In età moderna, la nostra penisola basava la propria economia sull’agricoltura e sul legame con la terra, ma poteva vantare un rapporto altrettanto intenso e proficuo con il mare. La presenza degli italiani si è manifestata, in particolar modo, attraverso abili marinai e capitani, capaci di navigare, in tempo di pace, per commerciare, e, in tempo di guerra, da rapaci e astuti corsari, per belligerare. Si può affermare che, nonostante i rischi, fu proprio la guerra di corsa, più che la normale navigazione mercantile, a generare importanti performance economiche e a trasformare padroni e capitani di mare in sicuri e ricchi armatori. Inoltre, nel passaggio al nuovo regime attraverso l’età della Restaurazione, le antiche pratiche mercantili, marinare e corsare, furono alla base della forte crescita sociale delle famiglie tradizionalmente legate al mare, le quali, in larga misura, parteciparono attivamente al Risorgimento. Questo libro racconta l’affascinante storia del ruolo avuto dagli italiani sul mare attraverso i tre principali stadi di sviluppo dei mestieri marittimi, dal padrone-capitano al corsaro, fino al ruolo armatoriale. Ampio spazio è riservato all’emblematico caso della Liguria di antico regime, dove si creò un particolare, assai fertile connubio fra il ceto nobiliare, composto da finanzieri-capitalisti, e quello mercantil-marittimo di Genova e delle Riviere.
Data pubblicazione
01/09/2011