Le imminenti celebrazioni del 1992 riaprono una mai sopita polemica: quella riguardante la veridicità dei ritratti esistenti di Cristoforo Colombo. Il dibattito, avviato cento anni fa in occasione del quarto centenario della scoperta dell'America, non ha, fino ad oggi, portato ad alcuna conclusione unanimemente accettata, lasciando irrisolto il problema dell'identificazione della reale fisionomia del navigatore. Colombo rappresenta quindi il caso esemplare di un personaggio storico cui attribuire espressioni e caratteristiche sempre diverse perché connesse a intendimenti sociali e culturali differenti. Il volume all'inizio prende in considerazione i dipinti cinquecenteschi i quali, senza curarsi di rendere fedelmente i lineamenti di Colombo, si inseriscono nella tradizionale, generica rappresentazione di «uomini illustri». Citiamo il ritratto conservato al Museo Civico di Corno (Galleria di Paolo Giovio) e quelli del Ghirlandaio e di Sebastiano del Piombo (Metropolitan di New York). L'affresco della Sala del Mappamondo nel Palazzo Farnese di Caprarola fa da anello di congiunzione tra la ritrattistica rinascimentale e le rappresentazioni di età barocca in cui si da soprattutto risalto alla grande impresa (ciclo del Tavarone a Genova nel Palazzo Belimbau; incisioni del De Bry). Gli artisti dell'Ottocento (Barabino, Delacroix, Von Piloty) preferiscono mettere in risalto la figura dell'eroe romantico. A questa tipologia si ispirano anche creazioni a larga diffusione quali le serie di figurine Liebig e i manifesti teatrali. Un discorso a sé meritano i monumenti dedicati allo scopritore, soprattutto quelli realizzati nei paesi americani, simbolo di una volontà di legittimazione storica nei confronti del Vecchio Continente. In appendice, viene proposto un interessante excursus sulle immagini di Colombo proposte recentemente dai mass-media, dai libri scolastici, dalle trasmissioni televisive.
Data pubblicazione
01/01/1990