In seguito al passaggio sotto la dominazione spagnola, durante il XVII secolo il Marchesato del Finale – antico feudo imperiale “inviscerato” nel dominio territoriale della Repubblica di Genova – si trasforma in un porto corsaro di primaria importanza nello spazio tirrenico. Inizialmente gli esperti siciliani, napoletani e maiorchini, che utilizzano Finale come base di partenza per le loro scorrerie, e in un secondo momento arditi operatori marittimi locali organizzano un’attività predatoria sistematica di cui fanno le spese i tradizionali nemici francesi ma anche svariate marinerie neutrali che frequentano il mar Ligure per ragioni commerciali. In particolare, i corsari «finalini» (come vengono definiti nella documentazione d’archivio) scatenano le rimostranze della Repubblica di Genova, nelle cui acque territoriali sono compiute le prede descritte nel volume, e che pertanto deve difendere non solo mercanti e patroni di barca “nazionali” interessati a portare avanti i propri traffici ma in fin dei conti la sua stessa giurisdizione. In particolare attraverso le carte del tribunale delle prede marittime del Finale, vera ossatura della ricerca condotta dall’autrice, emergono tutti i conflitti e le tensioni che la guerra di corsa produce, e al tempo stesso il riflesso nitido delle pratiche marittime e della cultura marinara del tempo.
Data pubblicazione
14/07/2018