All'originale esperienza della creazione di una città portuale come Livorno, nei suoi vari aspetti –storici, urbanistici, socio-economici, politici - è già stata dedicata una rilevante messe di studi. Nessuno di questi studi, tuttavia, si era soffermato su un aspetto solo apparentemente marginale, vale a dire l'indagine relativa alle modalità tecnico-costruttive che si situano alla base di un simile, poderoso, progetto fondativo. Ad esplorare sistematicamente questo "lato nascosto" della vicenda labronica si dedica Liciano Moni, forte delle sue specifiche competenze tecniche - affinate nel corso di una lunga carriera ricca di successi - ma, soprattutto, di uno sconfinato amore per la sua città, dalla quale si sente "avvinto affascinato anche smarrito nello spazio delle passioni che non calcolano il tempo". Senza tralasciare l'opera dei "noti", i tecnici che idearono la città medicea e ne programmarono sapientemente lo sviluppo in epoca lorenese, l'autore confeziona un tributo, consapevole ed esplicito, alla moltitudine degli "ignoti", la manodopera senza nome composta da galeotti, braccianti, schiavi liberati, che, spesso pagando il prezzo più alto, edificarono materialmente la città.
Data pubblicazione
01/02/2002