Cristoforo Colombo, scopritore del nuovo mondo, fu soprattutto un navigatore: con questa icastica affermazione prende il via, anzi prende il largo, la ricostruzione della vita di un uomo ancora leggendario che acquista forma in senso proprio dai suoi rapporti con il mare. Senza trascurare i momenti che precedono e seguono l'epopea del primo grande viaggio attraverso l'Atlantico e le avventure e disavventure dei successivi, l'ammiraglio Morison fissa appunto la propria attenzione sulla simbiosi tra Colombo e l'Oceano, in una relazione mista di esperienze e di curiosità, di pazienza e di ardimento, di forza e di speranza. E' il punto di vista di un marinaio nei confronti di un altro marinaio, anzi - come l'autore lo definisce - di "uno dei più grandi navigatori, se non il più grande di tutti i tempi". Al Morison studioso e storico navale, ricercatore e assemblatore di documenti, sostenitore di nuove tesi o confutatore di opinioni assodate, si accompagna infatti il Morison navigatore egli stesso: colui che negli anni 1939 e '40 organizza una spedizione attraverso l'Atlantico per seguire il più fedelmente possibile la rotta del terzo viaggio di Colombo o ripercorre a piedi, nell'isola di Hispaniola, i sentieri colombiani, attento alle massime cognizioni come ai minimi indizi. Questo tipo di indagine, ben lungi dal risultare limitativo, fa rivivere Cristoforo Colombo in tutta la complessità della sua figura: è proprio dall'uomo di mare che emergono lo scienziato, l'avventuriero, l'affarista, l'esploratore, il politico, e infine l'alfiere di un sogno di grandezza che avrebbe modificato il futuro dell'umanità.
Data pubblicazione
01/01/1991