In questo libro Dante Pariset con mirabile fervore, come in altri suoi scritti su fasti e nefasti di vita aeronautica. ha voluto rievocare episodi drammatici della storia dei dirigibili. Episodi che non riducono ma esaltano il valore del «più leggero» per il contributo che esso ha dato alla conquista dell'aria. Quando gli aerostati furono, con pionieristico intuito, dotati dei mezzi per muoversi secondo la volontà del pilota, si ebbe la «dirigibilità» e fu il grande seme gettato negli spazi celesti. Così l'uomo cominciò a navigare nell'aria dirigendosi; e dal solenne silenzio del volo statico degli aerostati si passò ad una crescente dinamica d'impiego che ruppe la silente poesia della primigenia evasione dell'uomo dalla terra. «Dirigibili tragici» è il titolo di questo libro, ma io vorrei aggiungere «eroici» perché gli episodi che il libro rievoca sono stati, tuttavia, promotori di progresso, detentori in se stessi di sicure conquiste, rivelatori comunque di umane virtù. Si dice che l'era dei «dirigibili» è finita con l'avvento e il prodigioso progresso del «più pesante dell'aria», ma al loro attivo restano l'impiego come mezzo bellico, il primo trasporto aereo simultaneo di più persone, l'esplorazione polare, le trasvolate atlantiche. Si dice anche che l'aeroplano ha superato il dirigibile e ne ha preso il posto nelle vie del cielo accorciando con crescente rapidità le distanze sulla terra, ma non si deve dimenticare che il dirigibile «Omnia Dir» di Forlanini può essere considerato, in certo senso, la prima scintilla e l'applicazione antesignana del principio della «reazione», di questa manifestazione di potenza che consente oggi al «più pesante dell'aria» di vincere lo spazio e consentirà domani agli uomini di navigare nel cosmo.