Sono sempre stato un fervido ammiratore dei mezzi siluranti, le imprese compiute dai Comandanti i Caccia, Torpediniere, MAS stupiscono per la loro temerarietà, perché andare con un'unità sottile all'attacco di incrociatori scortati da varie unità, richiede doti sovrumane. Baroni, Milano, Fontana, Mirabelli ... hanno scritto pagine talmente gloriose che in certo qual modo si riflettono su tutta la Regia Marina coprendo così certi suoi aspetti prudenziali. Se talvolta, quando la Mediterranean Fleet incrociava nel Mare Nostrum le nostre unità pesanti sono rimaste nei porti con le caldaie accese "pronte a partire", ma poi ad affrontare il nemico toccava ai MAS, Sommergibili, Caccia, Aerosiluranti; dal loro comportamento non c'è alcun dubbio quanto coraggio, si sarebbe sprigionato da quei Comandanti costretti invece a rimanere inattivi. Alcuni anni fa ebbi dal figlio del T.V. Bechi tutta la documentazione relativa al suo ciclo operativo con il MAS 527 nel Lago Ladoga comprendente l'affondamento di una cannoniera da 800 In Studiando quell'azione estesi il mio interesse all'attività dei MAS nel Mar Nero ed è da li che è nata la voglia di scrivere su Emilio Legnani e dell' affondamento dell'Incrociatore Molotov, un episodio poco conosciuto come d'altra parte la maggior parte delle eroiche azioni delle unità sottili. E' stato facile mettersi in contatto con la famiglia Legnani a Genova molto conosciuta, perché Emilio, MOVM, nel dopoguerra è stato una importante autorità del Porto. Speravo che la mia idea di scrivere un'opera su Emilio avrebbe accolto il loro plauso, sorprendentemente ho trovato tutte le porte chiuse, la figlia non ha voluto fornirmi nessun aiuto, giustificandosi con un vago "è meglio non ritornare sul passato" chiudendo frettolosamente la conversazione. Ho pensato che il diniego potesse dipendere dalla mancanza di un'adeguata presentazione o dal fatto che, io sia uno scrittore di secondo piano, ma propendo invece proprio per quanto dettomi dalla Signora. Quel passato, così doloroso, ancor oggi oggetto di infinite polemiche, spesso si preferisce tenerlo sotto silenzio e non condividerlo con estranei. Non è la prima volta che mi capita una situazione del genere. Anni fa ero riuscito a convincere un politico a far mettere una bella targa nella piazza dove era vissuto un valoroso aviatore, un'impresa non proprio semplice in una zona dominata dalla cultura antimilitarista della sinistra. Vado a casa della moglie dell'eroe tutto contento e mi sento dire "No, il periodo della guerra è meglio dimenticarlo, lasciarlo dove sta, non se ne fa nulla". Sui sentimenti non si può esprimere giudizi ed è per questo che non porto il minimo rancore né verso la Signora Legnani, né verso la moglie dell'aviatore. Nonostante le difficoltà, pur attingendo a fonti note ho voluto scrivere la storia di Emilio Legnani, un intrepido Comandante che in questo mondo povero di Valori ed Ideali ci indica la via maestra da percorrere, dobbiamo essere fieri di questi Uomini ed impedire che le loro gesta vengano ricoperte da uno strato di polvere. Gianni Bianchi
Data pubblicazione
05/05/2023