L’apparente imperturbabilità delle superfici acquoree abbaglia e con il suo ipnotico flusso trascina, attraendo illusoriamente verso gli immaginati fondali, ricchi di gemme, regno delle ammalianti e menzognere Naiadi. L’acqua è uno specchio e dello specchio può diventare un’impropria imitazione. Per questo le Figlie delle Acque, come inconsolabili controfigure di Narciso, corteggiano la trasparenza delle acque che rimanda le loro bellezze, e in quei medesimi riflessi, sprofondano con improvvisi soprassalti. Attraggono vittime da cui ambiscono estatica contemplazione. Ma l’attrazione non è soltanto per l’immagine che di loro consentono; la loro bellezza trascina anelante verso l’ombra di Selene, perlacea memoria di abbandono, di sonno, di morte... Le sirene, divinità acquoree e celesti ad un tempo, promettono immortalità in cambio della vita. Adducono ai sommersi segreti del cuore e delle sparse lune dell’Universo. Sono Viviana la conturbante, Morgana la tenebrosa, Melusina l’orientale, capaci di sedurre pericolosamente. Ma come sottrarsi alla chimera del loro ineguagliabile canto?
Data pubblicazione
01/01/1994