La vena di attento ricercatore e studioso di avvenimenti storici di Enrico Cernuschi si è, questa volta, cimentata con il tiro contro costa: al disciplina navale che affida alla potenza delle artiglierie delle navi il compito di appoggiare le truppe a terra o comunque di «battere» obiettivi terrestri. L'esame è condotto con l'usuale puntiglioso approfondimento e con l'obiettivo, sempre primario nella maggioranza degli scritti della Rivista, di cogliere ammaestramenti dalle esperienze del passato. Come dice lo stesso Cernuschi: Scopo delle pagine che seguiranno è quello di affrontare l'evoluzione, nei secoli, dell’idea di poter vincere una guerra o un «confronto" mediante l'uso dei cannoni di una flotta» Si tratta quindi dello sviluppo del concetto dell'uso delle artiglierie delle unità navali utilizzate contro obiettivi terrestri come possibile spinta alla resa del «nemico», il tutto alla luce di quanto avvenuto in un passato non poi così lontano. Sempre Cernuschi: infatti dice «ritengo che solo una spassionata analisi storica e critica delle esperienze navali del passato possa indurre ad apprezzare l'utilità di questa pericolosa "scorciatoia" del potere marittimo». Come già detto vengono poste ipotesi e tesi e viene proposta una soluzione del problema, o una sua spiegazione, utilizzando come strumento la Storia. Un teorema tutto da apprezzare e da leggere.
Data pubblicazione
01/10/2002