La ormai ricorrente «emergenza Adriatico» costituisce chiara indicazione dell'esigenza di una gestione integrata delle coste, a cui alcuni ordinamenti politico-giuridici hanno tentato da tempo di dare riscontro e che viene stimolato dalla normativa Cee. Ogni «emergenza» costituisce peraltro ripetuto momento rivelatore della confusione e dell'inefficacia con cui la legislazione e le istituzioni italiane hanno fin qui preso in considerazione il problema. In effetti, l'attrazione delle attività socio-economiche verso le coste del mare è fenomeno a radice storico, a cui peraltro fatti più recenti, quali l'industrializzazione e il turismo, danno massiccio e controverso alimento. Si tratto di una tipica situazione di complessità e conflittualità che non può ormai essere fronteggiato con storici, rigidi modelli di legislazione e di amministrazione, quale è per l'Italia il sistema codificato di amministrazione del demanio marittimo. Di tutto ciò il volume rende analitico conto, utilizzando criteri e metodi della comparazione giuridico-istituzionale e dell'indagine interdisciplinare e facendo ampio riferimento coordinamento giuridico internazionale ed a quello della Comunità economica europea. l'enfatizzazione, pieno di contraddizioni' e l'incongruenze, dell'istituzione di «riserve marine» e la finora mancata definizione della necessaria cornice del quadro generale di «tutela del mare e delle coste» sono esempio e riprova delle difficoltà che si riscontrano nell'attuazione di modelli effettivi di integrazione programmatoria e gestionale dei diversi interessi conflittuali in affaccio sul mare. A tali modelli ed alle concrete possibilità di loro definizione nell'attuale articolato sistema istituzionale italiano è in definitiva volta l'intera indagine.
Data pubblicazione
01/01/1990