Con la dissoluzione dell'Impero ottomano, la Grande Guerra nel Mediterraneo produsse uno "spazio vuoto" destinato ad essere terreno di scontro di nuove visioni nazionaliste e di diverse prospettive egemoniche, che risultò ben presto essere la prova schiacciante dell'inefficienza delle strategie e dei principi guida decisi alla Conferenza di Pace inauguratasi a Versailles il 18 gennaio 1919. Nazioni sconfitte che vedono trionfare il loro nazionalismo e che si costituiscono in nazioni moderne, nazioni che non nascono, nazioni che non si sentono comunità e comunità che si sentono nazioni. E poi la fragilità della pace e la ripresa quasi immediata dei conflitti areali, il primo tentativo di revisionismo che trionfa, la nascita di nuovi spazi geopolitici. Ma anche "il grande sogno mediterraneo" di un equilibrio mondiale profondamente riformato. Adottando tre diversi tempi storici - l'analisi dei fenomeni di lungo periodo, il racconto da diverse prospettive nazionali dell'esperienza di guerra e l'analisi dei suoi effetti nella prospettiva del Novecento - il presente volume si propone di indagare le trasformazioni che la Grande Guerra produsse nel Mediterraneo che, accanto a quelle che sconvolsero l'Europa, rappresentano con tutta evidenza la radice del nostro presente.
Data pubblicazione
06/06/2019