Nel 1954 il viaggiatore, etnologo, narratore e fotografo Fosco Maraini si immergeva, assieme alle pescatrici di Awabi, del'isola di Hekura, nel mare. Ma non solo: tutta l'opera di questo cittadino del mondo è un immergersi nella tradizione di un mondo oggi assorbito completamente dalla civiltà giapponese. Il fascino esotico esercitato dai corpi di queste giovani pescatrici si mescola, nelle foto esposte presso l'Istituto Svizzero di Cultura, con uno sguardo curioso e disincantato, che tinge le opere di fantastico e di poesia. Ma la mostra coglie anche un altro aspetto di Maraini, quello dell'etnologo appassionato, che fece costruire in Giappone un'attrezzatura specifica per le riprese subacquee (di cui si può ammirare esposto qualche esemplare). Le testimonianze che il fotografo ci ha lasciato sono infatti permeate di una forte volontà documentaristica: egli aveva ben inteso quanto profondo fosse il rapporto degli Ama (questo è il nome del gruppo etnico che abitava l'isola di Hekura) con la natura, ed in particolare con il mare. Tanto profondo da giustificare, e rendere indispensabile, avvicinarsi a questa realtà il più possibile, nello specifico scendere in acqua con le ragazze pescatrici. Il reportage fotografico fu pubblicato in Italia nel 1960, con il nome "L'isola delle pescatrici", ed ebbe grande successo. I motivi furono molteplici, sicuramente per l'argomento particolare, per l'abbondanza di nudi femminili (le ragazze pescavano con indosso solo un perizoma) ma anche perchè il volume offriva, ad un pubblico che stava uscendo dalle privazioni e dagli orrori della guerra, un viaggio in mondi lontani, densi di fascino e suggestioni. Il successo fu tale che ben presto si susseguirono ristampe italiane ma anche edizioni americane, norvegesi, tedesche e giapponesi.
Data pubblicazione
01/08/1964