Mare di corda

viaggio nel mondo dei mestieri di costa e di mare

Mare di corda

viaggio nel mondo dei mestieri di costa e di mare

Croci Maria Nazzarena


  • Disponibile in 7 giorni
  • Possibilità di reso entro 10 giorni lavorativi
  • Transazione sicura con carta di credito, Paypal o bonifico bancario
  • Spedizione tracciata con SDA

€ 35,00
Il Comune di San Benedetto, la Regione Marche e la Provincia di Ascoli Piceno hanno pubblicato questo interessante volume per valorizzare e non perdere la memoria che riguarda un viaggio nel mondo dei mestieri di costa e di mare, tra i tanti spazzati via dalla tecnologia. Nel volume troviamo la spiegazione e le foto degli oggetti della cultura materiale a partire dagli attrezzi e dai macchinari per la coltivazione e la lavorazione della canapa. Le fotografie in bianco e nero ricreano il contesto ambientale, anche attraverso effetti speciali. Potrebbe essere questo il primo passo verso la realizzazione di un Museo del mare che ricostruisca la memoria storica della città inglobando anche il Museo Ittico e il Museo delle Anfore attualmente ospitati in locali non più idonei ad una moderna presentazione e fruizione. A San Benedetto del Tronto, fino a una cinquantina di anni fa, la maggioranza delle famiglie era impegnata nella lavorazione di spaghi, corde, reti facendolo quasi sempre all’aperto. Passando per i vicoli ad ogni porta era seduta una donna spesso anziana che, con ritmo rapido e sicuro, intrecciava lo spago per fare le reti; lungo la spiaggia o sotto la pineta i marinai le stendevano per li rennacce, cioè per rammendare i buchi per lo più prodotti dai pesci e dai delfini; sulle rive dell’Albula là lu fusse, li fenare andavano avanti e indietro con la canapa tra le dita, mentre i ragazzini giravano la rota. Erano 14-16 ore di lavoro al giorno per grandi e piccoli con sudore e caldo d’estate, gelo e pioggia d’inverno, miseria tutti i giorni. Per un bambino quel mestiere voleva dire stanchezza infinita, anche perché era sollecitato da frequenti: Vota, a cì , gira la ruota, ragazzo. Spesso il padrone lo investiva con male parole. I figli delle famiglie bene guardavano a quell’oggetto come al lupo o alla strega, una minaccia incombente perché, alla prima trasgressione, i genitori li minacciavano: Attenti o vi mando a girare la ruota!. Senza i funai, la pesca sarebbe stata impossibile. Le barche prive di corde non potevano prendere il vento e il largo, né tornare a riva ad attraccare. San Benedetto, senza le barche da pesca non sarebbe diventata la comunità prosperosa che conosciamo. Funai, canapini e retare furono parte della formazione sociale marinara, insieme con i marinai, come il suggeritore, lo sceneggiatore, l’architetto sono parte di una rappresentazione teatrale. Il testo curato attentamente da Maria Nazzarena Croci, è uno studio serio, documentato e approfondito sulla tematica. Tra gli altri hanno collaborato con saggi significativi i docenti dell’Università di Ancona e esperti in storia e tradizioni marinare. C’è anche un intervento didattico sull’identità locale effettuato dalla scuola elementare del primo Circolo di San Benedetto. Il volume è integrato da un nucleo di circa 50 immagini fotografiche di Adolfo De Carolis, rinvenute casualmente sulla bancarella di un mercatino antiquario ed oggi conservate presso l’Archivio Fotografico Toscano. Esse si fanno apprezzare per la sensibilità artistica nella scelta delle inquadrature e per l’esperto uso del mezzo tecnico. Un plauso al Comune di San Benedetto del Tronto che non dimentica i suoi lavoratori del mare. Tutti i comuni d’Italia dovrebbero raccogliere e conservare i reperti fotografici e gli oggetti usati nel passato da operai, contadini e pescatori per conservarli in un museo ma anche per raccogliere il tutto in volumi come questo.
Ean / Isbn
97888792
Pagine
180
Data pubblicazione
01/01/1999