Il Convegno sulla Marina nella Guerra di Liberazione e nella Resistenza, sviluppa un tema di ampia portata, denso di significati, che ben si colloca in questo periodo in cui celebriamo il cinquantenario di questi eventi. Il tema del convegno potrebbe a prima vista apparire un pò generico ma le relazioni e le testimonianze, tutte mirate ce lo concretizzeranno. In realtà cosa ci proponiamo? Ci proponiamo di esaminare il comportamento della Marina dall'8 settembre 1943 all’8 maggio 1945 nelle sue varie realtà. Chi parla in apertura di un convegno rischia sempre di portare via il pane agli altri, e di trattare argomenti che verranno successivamente sviluppati, ed io non lo farò, voglio però ricordare, in esordio, due importanti e peculiari aspetti del comportamento della Marina nella Guerra di Liberazione; la Marina fu l'unica Forza armata che non si spaccò in due parti sud nord, se non per piccole frange, e l'unica che diede una risposta immediata compatta e solidale e proprio per questo su tutte le navi da guerra non venne mai ammainata, durante la Guerra di Liberazione, la bandiera italiana. Molti marinai per poter partecipare attivamente alla liberazione del territorio nazionale "scesero dalle navi" come scrisse l'ammiraglio Fulvi, attore, protagonista, testimone, nel suo pregevole libro su l'apporto della Marina alla Guerra di Liberazione; oltre che in mare, si effettuò anche a terra con il San Marco, dapprima nel Corpo Italiano di Liberazione e, successivamente, nel gruppo di combattimento Folgore. Alla fine della guerra il San Marco era presente in linea con ben tre battaglioni: il Bafile, il Grado ed il Caorle. Allievi dell'Accademia Navale parteciparono alla battaglia di Montelungo e cinque di essi caddero in combattimento. Dalle note introduttive di Luigi Poli
Data pubblicazione
01/01/1996