La bibliografia riguardante le attività operative della seconda guerra mondiale è certamente molto vasta, pur tuttavia mancava un libro che ponesse l'accento sul ruolo svolto dalla Marina italiana nel contendere, almeno durante i primi anni del conflitto, le acque del bacino del Mediterraneo alle unità inglesi della Mediterranean Fleet. L'Autore narra le alterne vicende della guerra, le azioni più salienti che hanno caratterizzato lo scontro e il confronto tra due grandi flotte: quella italiana con le sue belle unità e i suoi valorosi equipaggi e quella inglese, forte di una tradizione che mai l'aveva vista in difficoltà. Il compito della Marina italiana era duplice: la protezione ai nostri convogli per l'Africa e l'intercettazione di quelli avversari. Malgrado ciò il confronto operativo, pur nella precarietà della situazione, non ci fu sfavorevole e fu solo grazie all'apporto americano che l'ago della bilancia cominciò a spostarsi nello scacchiere del Mediterraneo. In particolare nella sfida aeronavale che opponeva le forze italo-tedesche a quelle inglesi giocarono a nostro svantaggio due apparati, espressioni di una tecnologia già avanzata: il radar e il sistema Ultra. Come il radar, così la decrittazione dei cifrati meccanici tedeschi ebbe per la Marina italiana ripercussioni gravissime. Prima che gli USA intervenissero a cambiare il rapporto di forze, entrambe le flotte si affrontarono, distinguendosi per sacrifici ed eroismi, in una serie di azioni condotte con accanimento e durezza, pur continuando a rispettarsi come forse non accadde mai su nessun altro fronte.