Le origini della Marina Militare italiana vanno ricercate nelle vicende, varie e appassionanti, che conducono alla formazione del Regno d’Italia attorno agli anni 1859-61: alleanza formale tra Regno di Sardegna e Francia; guerra all’Austria (II^guerra d’indipendenza); vittorie di Magenta, Solferino e San Martino e successiva conquista della Lombardia; armistizio di Villafranca; annessione della Toscana, dei ducati di Modena e Parma e delle Romagne; spedizione dei Mille, sbarco a Marsala e vittorie di Calatafimi, Milazzo, Volturno; intervento del regio esercito e liberazione delle Marche e dell’Umbria, a seguito della vittoria di Castelfidardo; incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele e annessione del Sud alla monarchia sabauda; proclamazione del Regno d’Italia e morte repentina e prematura del Cavour, che insieme con Garibaldi è da considerare il vero artefice dell’unità nazionale. In quest’ambito la Marina militare del Regno di Sardegna (che a sua volta costituirà la base della futura Marina militare italiana), a cui si erano nel frattempo aggregate le scarse forze della Marina militare toscana e dei vari Corpi militari marittimi dell’Emilia, svolge un ruolo essenziale e sovente non adeguatamente evidenziato, se non da parte degli storici ufficiali, almeno nei confronti del grande pubblico, cui ha l’ambita pretesa di rivolgersi questo nostro lavoro. Esso si esplica innanzitutto attraverso un appoggio “discreto”, e tuttavia alla fine rivelatosi assi utile, nei confronti dell’impresa garibaldina, e nel contempo con una sottile opera di dissuasione e insieme di progressivo convincimento nei riguardi degli ufficiali della Marina militare borbonica (la quale, già minata da un profondo malessere interno, da parte sua non chiedeva di meglio che evitare lo scontro) a non avversare eccessivamente la marcia trionfale di Garibaldi nel Sud della penisola, anche in vista di una, a questo punto ormai più che probabile, prossima fusione in un’unica Marina militare nazionale ed unitaria.
Data pubblicazione
04/05/2015