Pelle di marinai racconta di storie dell’eroismo silenzioso degli equipaggi e dei comandanti in mare della Regia Marina, ma anche pagine, sicuramente non esaltanti, di certe poltrone di Supermarina, insomma di ammiragli terragni. Storie e controstorie della nostra guerra sul mare nel secondo conflitto mondiale. Guerra amara e a volte “sfortunata”, spesso più per volontà dei capi che del destino. Piaccia o non piaccia è la nostra storia, che fa parte di noi e comunque non la si può stracciare nelle pagine che non sono di nostro gradimento. Storie minimali accanto a pagine con la Storia maiuscola. Qualcuno potrebbe chiedersi che senso ha mettere storie di oscuri marinai accanto a figure leggendarie come Carlo Fecia di Cossato. O peggio mettere quest’ultimo accanto ad ammiragli “chiacchierati”, a voler essere benevoli, come Leonardi o Maugeri. Certo storie minimali, ma anche cariche di straordinaria umanità come quella di quel 2° Capo meccanico del sommergibile Lafolè, la cui sorella sogna da anni di dargli degna sepoltura e avere finalmente una tomba su cui piangere. Questa donna ha sempre accarezzato l'impossibile speranza che un bel giorno la Marina Militare italiana decida di procedere al recupero dello scafo del Lafolè e con esso dei resti mortali dei suoi marinai, tra cui il fratello tanto amato. Oggi quella speranza, malgrado tutto, è ancora sua. Sono passati più di settant'anni ed ella versa ancora calde lacrime ogniqualvolta si parli dei tragici eventi del pomeriggio del 20 ottobre 1940, che hanno decretato la fine del Lafolè e di suo fratello. Le sue lacrime sincere e quell'impossibile speranza sono motivi non secondari nella genesi di questo lavoro. Pelle di marinai non vuole essere un libro apologetico, né tantomeno, in alcune pagine, un libro denigratorio. E’ la storia dell’azzurra avventura sul mare, di uomini e mezzi della nostra Regia Marina da guerra, che resta storia di uomini veri e come tutti gli uomini veri … impastati di fango e di cielo!
Data pubblicazione
01/01/2013