A Bari , da sempre , l’antico porto con l’ampia rada dominata dal belvedere del Fortino è sede di una importante flottiglia peschereccia. Qui, ancor oggi, i pescatori di professione, per consuetudine scritta, possono vendere il pescato sulle barche ormeggiate. Pasquale Trizio, laureato in Storia moderna, già ufficiale della Marina Militare e Mercantile, e fecondo autore di studi sulla storia e la tradizione marinara della Terra di Bari ha dedicato il suo più recente volume alla importante attività economica della pesca . Da Manfredonia a Margherita di Savoia, da Barletta a Trani, Bisceglie, Molfetta, e Monopoli l’Autore ci guida con un agile ma approfondito itinerario tra storia ed etnologia, con ricche citazioni da documenti d’Archivio, attraverso le attività pescherecce tradizionali. Da Trani, famosa per le sue Consuetudini Marittime, ai Capitoli del datio della pesca di Bari del XVI secolo, la costa è animata dalle barche della tradizione: tartane per la pesca a strascico, paranze e paranzelle, gozzi e bilancelle. Anche i metodi di pesca sono rimasti, per secoli, quelli tradizionali: dalla “pesca a paranza“ o “alla gaetana“ con barche accoppiate, ai tramagli, reti da posta fisse o alla deriva, al tiro della sciabica da terra. Alcune belle tavole a colori impreziosiscono il libro con immagini di ex voto dai santuari di Madonna dei Martiri di Molfetta e dalle chiese di Santa Teresa di Trani e del Padre Eterno di Giovinazzo. Nel tempo, Trizio segue l‘evoluzione tecnologica delle costruzioni, e quella della legislazione del Regno d’Italia, con i fatti storici che investono l’Adriatico, e quindi anche il naviglio peschereccio. Al volume è unita una ricca bibliografia con tabelle statistiche e Indici dei nomi e dei luoghi che ne faranno nel tempo un punto di riferimento per gli studiosi di Storia del Territorio.
Data pubblicazione
06/06/2018