Chi ha avuto modo di leggere il libro Memorie della "Tonnara"di Baratti di Vinicio Biagi è rimasto colpito (io per primo) della grande competenza nel descrivere le tecniche tradizionali di pesca unita ad una certa leggerezza nel narrare storie di uomini, di pesci, di strumenti. Infatti gli attrezzi da pesca di cui Biagi ci parla non sono muti, polverosi, poveri resti di un passato pre-industriale o comunque marginale, ci "parlano" un linguaggio di lavoro, di mestieri che erano, per se stessi, l'elogio della lentezza, della meditazione su piccoli particolari importantissimi, però, per la buona riuscita della pesca stessa. E la poesia di Domenico Segnini è una dimostrazione di questo modo di essere. Un'altra cosa mi preme sottolineare: la storia della pesca in mare, attività interessantissima delle popolazioni rivierasche del Mediterraneo, è sempre stata poco frequentata dagli storici e d'altra parte questa storia non può fare altro che seguire l'evoluzione di singoli nuclei di pescatori che erano in perenne contatto con altri nuclei dai quali imparavano tecniche ed informazioni empiriche, con uno scambio reciproco. Se parliamo di Piombino e dell'Elba dobbiamo anche parlare della Corsica, della Liguria, di Ponza, di Napoli, seguire i flussi di popolazione stagionali o definitivi. Nello stesso tempo l'alimentazione tradizionale risentiva dei vari tipi di pesca e così ritroviamo le acciughe sotto pesto, la tonnina, il pesce marinato, la bottarga di muggine fino all'immancabile polpo lesso, vero simbolo della gastronomia piombinese, la cui vendita nei tradizionali banchetti costituiva un elemento caratteristico del "paesaggio" urbano di Piombino. Il libro di Biagi ci conduce quindi attraverso un itinerario sconosciuto ai più, ma senza dubbio affascinante sia per le sapienti informazioni che contiene, ma anche per gli spunti per ulteriori ricerche.
Data pubblicazione
01/11/1997