L’avventura italiana nel secondo conflitto mondiale cominciò il 10 giugno 1940. L’alleato tedesco vi era già impegnato da nove mesi, cioè da quando aveva invaso la Polonia, il 1° settembre 1939, causando l’intervento di Francia e Gran Bretagna. Perché, dunque, Mussolini, che il 22 maggio 1939 aveva firmato con Hitler un’alleanza militare, nota come Patto d’acciaio, non aveva immediatamente incrociato le armi? Questo volume cerca di chiarire i motivi per cui il «Duce», prima, scelse la strada della non belligeranza, poi, dopo molte incertezze, optò per scendere in campo al fianco del «Führer». Il volume, basato su una ricca documentazione archivistica e su un’ampia bibliografia, italiane e straniere, ruota attorno all’evoluzione dei non lineari rapporti tra Roma e Berlino, da un lato, e Roma e Londra, dall’altro. Gli esiti di tale partita diplomatica non furono, in realtà, affatto scontati, perché al tavolo da gioco la posta si era fatta ultimativa e Mussolini rimase a lungo indeciso se spingere l’azzardo fino alla logica del «o la va o la spacca». Lo attirava il miraggio di conquistare la supremazia nel Mediterraneo, «Mare Nostrum», di cui gli inglesi detenevano le chiavi, ma lo atterriva l’idea, oltreché di una guerra lunga, insostenibile per l’Italia, di un’Europa egemonizzata dai camerati tedeschi.
Data pubblicazione
04/11/2013