Spesso in queste ricette della tradizione contadina, pastorale o dei paesini appollaiati su monti o cucuzzoli e rigorosamente rivolti a sud, per assorbire quanto più sole sia possibile, non sono indicate con precisione le quantità dei componenti: l’equilibrio tra questi è strettamente demandato ai gusti e alle sensibilità personali; è fuorviante ad esempio imporre il rapporto tra piselli e fave nella Scafata, dipendendo questo da quanto possa piacermi il predominare di un componente su un altro, oppure, in altre ricette, quanto mi piaccia esaltare il gusto del pepe o del peperoncino. Non si sbaglia dicendo che la “ricetta” è solo una specie di via maestra per l’uso di alcuni, ben determinati prodotti locali, ma che poi le varianti, le sfumature di diversità, sono tante quante sono le famiglie che popolano il territorio.
Data pubblicazione
01/09/2010