C'è in Conrad un esotismo, una predilezione per determinati luoghi insoliti e lontani che non ha nulla del capriccio... Qui siamo fuori dalla scelta pittoresca, sempre tesa alla caccia di nuovi superficiali angoli di visione. Qui lo sfondo ha l'ossessività di un'atmosfera quotidiana, e cosí intensa e inevitabile è la presenza di questo «altrove», di questa memoria, che ci pare in sostanza di muoverci nella cerchia incantata di un simbolo, di un mito. Il Mare del Sud è veramente per Conrad il luogo dell'anima - non l'alto mare di Melville, titanico e insieme biblico, non quello di Stevenson, stazione climatica ricca di nobili leggende e interessanti istituzioni, ma il perenne inquieto viavai della costa, «del mare e della costa», l'esitazione che può fare di ogni approdo, di ogni saputo, banale, previsto approdo, l'inizio di una stupenda e assurda avventura di giovinezza di passione e di destino.
Data pubblicazione
01/01/2008