Interessantissimo ed avvincente saggio storico, centrato sulla vicenda reale che, nel corso della Grande Guerra, di cui stiamo celebrando il centenario, occorse al "R.SMG.Jalea". Ne sono protagonisti i marinai di quell'equipaggio che persero la vita nell'affondamento del loro battello. Di grande e commovente rilevanza le testimonianze del Torpediniere Scelto Arturo Vietri, unico sopravvissuto al disastro e del Comandante Elvino Meriggioli che, a distanza di 39 anni dal sinistro, diresse con passione e rara competenza le operazioni di recupero dello scafo e dei resti umani ancora chiusi al suo interno. Nel libro entrano a pieno titolo le narrazioni delle vicende dell'Italia post risorgimentale, gli intrighi, i patti segreti, gli attentati che precedettero la Grande Guerra, i teatri dei combattimenti, specie quello carsico ed adriatico, quasi un secolo di storia patria, in una progressione dinamica, travolgente ma allo stesso tempo chiara e semplice, del quale ovviamente la vicenda dello "Jalea" occupa il fulcro, la parte centrale. Fu una tragedia di mare e di guerra, occorsa ad un battello che, all'inizio delle ostilità, ebbe il gravoso compito di capo squadriglia in Alto Adriatico, cuore ed epicentro della lotta. Il 17 agosto 1915, mentre svolgeva una rischiosissima missione di perlustrazione nel Golfo di Trieste, affonda in pochi istanti dopo avere urtato una mina, trascinando nel fondo tutto l'equipaggio, compreso il Comandante Giovannini che rifiuta di porsi in salvo se prima non avesse visto in salvo tutti i suoi uomini (solo sei uomini riuscirono a ritornare alla superficie ma il solo Vietri fu ritrovato vivo, aggrappato ad una boa). Nel 1954, mentre ancora Trieste vive l'ansia del ricongiungimento alla Madre Patria, il sommergibile viene recuperato ed attenderà proprio a Trieste di conoscere il suo secondo destino. Questo si compirà nei cantieri di Monfalcone, ove lo "Jalea" troverà l'accoglienza e la sua definitiva demolizione. I resti di undici marinai, rimasti per anni all'interno della loro bara d'acciaio, saranno traslati il 6 giugno 1954 nel Sacrario di Redipuglia, accolti nel 22° gradone dalla sterminata moltitudine di fratelli che si immolarono in armi per la Patria e già colà sepolti. La vicenda è anche documentata in un bellissimo DVD - offerto insieme al volume - che ricordo avermi suscitato grande emozione quando fu presentato proprio a Redipuglia, nella sala dell'annesso Museo Storico sul Monte Sei Busi, in occasione del primo raduno nazionale dei sommergibilisti che l'ANMI organizzò nel 2011 a Monfalcone. Credo che questo lavoro debba essere premiato con il favore di tutti, in questo centenario, poiché rende una storica ed appassionata testimonianza dell'eroismo, dell'abnegazione, dello spirito d i servizio dei nostri Marinai, che affrontarono la suprema prova con una disciplina ed una fedeltà di sicuro esempio alle generazioni successive. Il libro ed il suo annesso DVD sono perciò più che un'opera editoriale, sono un vero omaggio ai marinai ed alla marineria italiana efficace come pochi altri, degno di tutte le librerie e biblioteche d'Italia, degli storici come dei semplici appassionati, della gente di mare e dei giovani, perché non solo ricordino ma sappiano e meditino.
Data pubblicazione
07/07/2016