Fin dal tempo etrusco la Maremma è stata zona di caccia e quindi soprattutto di cinghiali; ma anche di caprioli, lepri, fagiani, tuttora presenti nelle ricette tradizionali della zona. La grande civiltà degli Etruschi si rivelò tale anche a tavola: gli Etruschi amavano i piatti a base di selvaggina, dedicavano molto tempo ai banchetti e amavano bere buon vino. Ancora oggi la cucina maremmana ricorda quelle delle origini: è povera e raffinata allo stesso tempo, è semplice e risalta i sapori naturali, composta com’è da pochi, ma significativi piatti: dalle zuppe alle minestre saporite, agli arrosti e agli umidi di carne, dai formaggi freschi o stagionati, ai dolci semplici e caserecci. La Maremma, oltre che terra di caccia è sempre stata anche terra di allevamento, in particolare di allevamento di ovini. Pertanto, piatto basilare dalla cucina dei pastori maremmani era, ovviamente la carne di pecora o di agnello. Oltre alla carne d’agnello, nella gastronomia maremmana non possono mancare ricette e formaggi pecorini: una “nevicata” di pecorino arricchisce ogni piatto, dall’acquacotta alla pastasciutta. E dal canto suo, la ricotta diventa di volta in volta ripieno per i tortelli, ingrediente delle zuppe e base per i dolci. In una cucina casereccia come quella maremmana, anche i dolci non potevano che essere rustici e semplici.
Data pubblicazione
01/05/2003