Che Salgari sia un classico è cosa pacifica e la storia della sua fortuna editoriale in tutto il mondo da piú di un secolo lo dimostra senza dubbi. Piú discussa è la questione se Salgari sia un grande scrittore. La quantità dei romanzi, il fatto che molti siano stati scritti per ragazzi, il ritmo frenetico della scrittura hanno spesso fatto considerare con sufficienza il livello letterario della sua opera. Salgari, dunque, come un fenomeno di letteratura popolare, da studiare tuttalpiú da un punto di vista sociologico. Ma forse non è cosi. Negli ultimi anni scrittori come Soriano e Magris hanno rivalutato in pieno il valore letterario di Salgari. E la critica si sta riavvicinando a questo autore collocandolo adeguatamente nel contesto italiano ed europeo. Sposando questa tendenza, l'Einaudi sta riproponendo Salgari all'attenzione dei lettori italiani. Nei «Tascabili» è già stato ripubblicato Il Corsaro Nero ed è in programma un volume di racconti. Nei «Millenni», ora, vengono proposti tre romanzi fondamentali, due molto noti e uno da riscoprire, per le cure di una studiosa inglese che è in prima fila nei recenti studi salgariani. Con una premessa di Michele Mari, bravissimo scrittore di oggi affascinato dalle storie e dallo stile del suo antico collega. L'epica e il senso magico di Salgari, le studiate sonorità della sua lingua, il fascino dei suoi mitici personaggi meritano di continuare a essere apprezzati da generazioni di lettori, cosi come è successo in passato. Ma con meno sufficienza critica che in passato, anzi, con la convinzione di avere a che fare con uno dei maggiori narratori del periodo a cavallo fra Otto e Novecento.
Data pubblicazione
01/10/2001