Che immagine poteva dare di sé la Moscovia di Ivan il Terribile ai viaggiatori occidentali europei che s'avventuravano fino alle sue coste con il desiderio di trovare una nuova via verso il Catai? E per quale motivo la rotta di nord-est, fino a quel momento praticamente sconosciuta, suscitò l'improvviso interesse dei viaggiatori elisabettiani, che si rivolsero al veneziano Sebastiano Caboto per l'organizzazione della Compagnia di Moscovia nel 1553? Attraverso l'analisi dei diari lasciatici da alcuni mercanti della Serenissima Repubblica, ormai al declino, e dell'Inghilterra, che stava in quel momento diventando il centro del nuovo mondo, si cercherà in questo lavoro d'individuare talune componenti culturali, commerciali e politiche alla base di questa iniziativa. La prima parte si avvale d'alcuni manoscritti conservati negli archivi della Biblioteca Ambrosiana di Milano e raccolti da G.V. Pinelli nel secolo XVI, con particolare attenzione all'ambiente veneto cinquecentesco, nel quale facevano spicco Paolo Sarpi, Filippo Pigafetta, Antonio Possevino, amici di G.V. Pinelli, tutti fortemente interessati ai rapporti con la Moscovia. La seconda parte riguarda le attività svolte dalla Compagnia di Moscovia e gli appunti sugli usi e costumi russi tratti dai diari dei mercanti inglesi. Un capitolo è dedicato inoltre all'eco che ebbe la Moscovia nella letteratura britannica attraverso alcuni autori quali W. Shakespeare e J. Milton. Da questi documenti scaturisce così un curioso quadro d'insieme su l regno di Ivan Rjurik, il Terribile, punto d'incontro tra oriente ed occidente europeo.