Sbarco degli angloamericani nella penisola italiana

le operazioni Baytown e Avalanche - Settembre 1943

Sbarco degli angloamericani nella penisola italiana

le operazioni Baytown e Avalanche - Settembre 1943

Mattesini Francesco


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Lo sbarco a Salerno è uno degli episodi più conosciuti della Seconda guerra mondiale, con combattimenti tra i più feroci della campagna d’Italia. L’argomento è stato trattato in questo libro dall’autore con la consueta obiettività, precisione e dovizia di particolari. Gli angloamericani, basandosi sull’esperienza acquisita nella campagna di Sicilia, avevano pianificato una serie di sbarchi nell’Italia meridionale. Il principale di questi sbarchi, realizzato l’8 settembre 1943 con quattro divisioni della 5a Armata statunitense del generale Mark Clark, era quello dell’Operazione “Avalanche”, lo sbarco a Salerno. Esso fu preceduto il 3 settembre dall’operazione “Baytown”: lo sbarco a Reggio Calabria da parte di due divisioni dell’8a Armata britannica del generale Bernard Montgomery, il cui compito era quello di ricongiungersi il più presto possibile con le forze del generale Clark a Salerno. Il principale obiettivo degli Alleati era conquistare gli aeroporti e il porto di Napoli, quest’ultimo necessario per l’arrivo dei rinforzi e dei rifornimenti, e di avanzare subito dopo rapidamente verso Roma. E ciò si riteneva sarebbe avvenuto in breve tempo, con l’Italia che aveva firmato l’armistizio schierandosi apertamente contro i tedeschi. Ma alla sedizione italiana seguì per le Regie Armate italiane il disastro dell’8 settembre. Il maresciallo Pietro Badoglio, Capo del Governo Italiano, dichiarò di non essere in grado di garantire il possesso degli aeroporti della Capitale dalla prevista reazione tedesca e l’aviosbarco a Roma della 82a Divisione aviotrasportata statunitense, denominato Operazione "Giant Two", fu soppresso all’ultimo momento. Costretti a sbarcare senza l’appoggio italiano, lo sbarco degli Alleati si trasformò per tre settimane in una battaglia accanita per mantenere il possesso della testa di ponte di Salerno dai contrattacchi tedeschi. Ne conseguì che, soltanto dopo aver fatto affluire dalla Sicilia a Salerno tutti i rinforzi necessari, la 5a Armata poté prendere quell’iniziativa da permettergli di raggiungere Napoli il 1° ottobre 1943, con due settimane di ritardo rispetto ai piani. Ciò permise al feldmaresciallo Albert Kesselring, Comandante delle forze tedesche nell’Italia centro-meridionale e miglior stratega in assoluto della campagna d’Italia, di raggiungere un importante obiettivo. Dopo aver preso il possesso di Roma, potendo disporre delle strade e delle ferrovie dirette nel sud Italia, fu in grado di rifornire le sue sei divisioni che si trovavano tra la Puglia e la Campania, in modo da farle combattere il tempo necessario per sottrarle, con una saggia ritirata, all’aggiramento del nemico, che nel frattempo era sbarcato, con divisioni dell’8a Armata, anche a Taranto e a Brindisi. La battaglia di Salerno si concluse pertanto in un riconosciuto successo strategico tedesco, perché assumendo uno successivo schieramento difensivo sulla linea del Fiume Volturno, per poi lentamente ritirarsi sulla formidabile cerniera del fronte di Cassino (dalla Foce del Fiume Garigliano ad Ortona) Kesselring non concesse agli Alleati di realizzare il loro iniziale progetto di raggiungere entro un paio di mesi la linea degli Appennini settentrionali, per poi avanzare nella Valle Padana e minacciare da sud la Germania. Solo alla fine di maggio del 1944 l’offensiva degli Alleati costrinse i tedeschi a ritirarsi dalla linea di Cassino, ma lo fecero in maniera talmente abile, difendendo nelle zone più favorevoli il terreno palmo a palmo, con il risultato che la campagna d’Italia ebbe termine soltanto alla fine di aprile del 1945, quando ormai la Germania, con Adolf Hitler che si era suicidato, stava per arrendersi.
Ean / Isbn
979128014932
Pagine
288
Data pubblicazione
20/06/2022