Nella storia della marina un posto di prima fila spetta alla flotta del Sovrano Ordine Militare di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta. Essa fu un potente veicolo della cristianità nei secoli passati ed essa fu un sicuro baluardo per l'affermazione dei valori e della civiltà occidentale nel lungo violentissimo scontro tra questa e il complesso mondo dell’Islam. Protagonista di sei secoli di storia, durante i quali una lunga serie di fatti politici, militari ed economici ha girato attorno all’Ordine, la marina melitense è stata palestra per l'addestramento e per l'affermazione di molti valorosi uomini di mare. Malta è un piccolo punto geografico nel profondo Mediterraneo, ma la sua storia è pari a quella delle più grandi nazioni europee per i lunghi secoli nei quali fu centro propulsivo per le iniziative di ogni livello del Sovrano Ordine. Il merito deriva dalla centralità della missione di baluardo della civiltà europea, dalla risonanza delle imprese militari e politiche dei Cavalieri e dal sistema di vita economica e sociale che essi seppero darsi e seppero imporre all'esterno. La loro flotta. vale a dire la flotta di un piccolo Stato portatore di valori ben più ampi della dimensione territoriale, fu un "fiore all'occhiello" nella strategia e nella complessa politica dell'Ordine. Esattamente settant'anni fa Ettore Rossi pubblicò l'opera Storia della Marina dell'Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta e oltre vent'anni or sono Ubaldino Mori Ubaldini licenziò il volume La marina del Sovrano Militare Ordine di San Giovanni di Gerusalemme. di Rodi e di Malta, contenenti la ricostruzione storica delle principali vicende istituzionali e politiche dell'Ordine, ripercorrendo cinque secoli di vita militare sul mare. Oggi Giovanni Scarabelli affronta alcune di quelle stesse tematiche in questo studio che presento con grande soddisfazione. L'A. non vuole ripercorrere sentieri già battuti, ma forte della ricca documentazione inedita reperita nelle carte Mansi depositate nell'Archivio di Stato di Lucca e in altre nel ricchissimo Archivio di Stato di Malta, ricostruisce alcuni anni di storia della flotta melitense e soprattutto ricostruisce il funzionamento e la vita che si svolge nei vascelli della flotta stessa. Si tratta di tappe di un percorso di ricerca che oggi conduce ad al risultato più ampio, capace di documentare la straordinarietà della fonte trovata e tale da contribuire alla conoscenza di tematiche tecniche, sociali ed economiche sulla marineria giovannita quando questa vive una fase di grande splendore del Sovrano Ordine. Nel 1701 il Gran Maestro,fra' Raimondo Perellos y Roccaful, aveva deciso la costruzione di una squadra di vascelli da affidare al capitano generale delle galere. Fino ad allora la flotta da guerra aveva contato occasionalmente qualche vascello, ma lo predominanza restava per le galere, vale a dire per navi da combattimento più che da trasporto. La sensibilità di osservatore dell'A. si accompagna alla ricchezza dei documenti, là dove questi riportano le condizioni di vita di bordo, lo situazione igienico-sanitaria, la vita religiosa, le abitudini, le scelte alimentari, le l'azioni dei pasti in rapporto ai tipi di viaggio o alle destinazioni, le competenze del personale di bordo, lo struttura della flotta e lo gerarchia militare: insomma lo fonte è di una eccezionale ricchezza e bellezza non comune. "S. Giovanni", "Santa Caterina" e "San Giacomo" sono i nomi dei tre vascelli che compongono la squadra oggetto dell'indagine: di essa è data lo descrizione particolareggiata sull'armamento, sulle caratteristiche tecniche e sui costi di gestione, in modo da rappresentare un raro esempio di documento completo per gli studi sulle costruzioni marittime d'inizio Settecento. Giovanni Scarabelli trascrive in una ampia Appendice molti dei documenti reperiti, acquisendo, di fronte alla comunità scientifica internazionale, il merito di colui che mette a disposizione in maniera corretta e agevole una mole grandissima di dati e di informazioni. Al tempo stesso elabora i dati e le notizie e da esse costruisce un prodotto del tutto originale sulla vita di bordo, sugli aspetti di religiosità, sulle abitudini, sugli lisi e costumi alimentari, di igiene, sulle norme commerciali, sulle regole della vita dell'Ordine e via di seguito, in una mole di notizie che arricchisce il patrimonio delle conoscenze storiche, economiche e civili sulla marineria melitense e sulla società d'inizio Settecento in Europa e nel Mediterraneo. Non mi resta che augurare a questa pubblicazione ed al suo Autore il meritato successo: come storico economico vedo lo spazio che essa si crea per la ricchezza e la particolarità dei dati e delle notizie sui vascelli, sui costi di manutenzione, sulle spese per il mantenimento della Squadra, sulle incombenze e sui doveri dei marinai e degli ufficiali nei loro differenti ruoli di responsabilità. Il contributo è anche una nuova pagina per la miglior conoscenza del Sovrano Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme, ovvero di un Ordine di cui è piena la storia, ma di cui non sempre sono adeguatamente conosciute le implicazioni generali e specifiche sulla vita politica e civile del Mediterraneo e delle nazioni con cui vengono a contatto l'Ordine ed i suoi prestigiosi Cavalieri.