Dalla fase del contagio a quella dell’attività, il passo è breve. Maschera, pinne, fucile; fucile, perché, all’inizio, il mondo sottomarino sembra conquistabile soprattutto conquistando i suoi abitatori più tipici, cioè i pesci. Un’impressione falsa e straordinariamente miope, come se, nel mondo terrestre, sapessimo vedere solo la prospettiva della caccia; ad ogni modo si comincia da quell’impressione, e, a ben riflettere, il fucile possiede il merito sia pur indiretto di far conoscere ai sub molti aspetti del secondo universo. Si comincia con la caccia, col primo polpo sciocco, che sembra predisposto dalla natura al solo scopo di contentar l’uomo; si comincia col primo pesce, generalmente un labride ingenuo, che tuttavia sa galvanizzarci. Il mio primo pesce fu, appunto, un labride, e tanto ingenuo da non fuggire nemmeno al bailamme estivo dei bagnanti che diguazzavano presso la scogliera di Cavi di Lavagna. Sarà pesato, quel labride, mezz’etto? Forse si, forse no. Eppure, quando il treno o la strada mi portano a riveder quella scogliera oggi conglobata in un moletto di cemento, il pensiero mi va immancabilmente al primo pesciolino di me sub.
Data pubblicazione
01/01/1957