Sviluppo costiero e le zone economiche esclusive

Geopolitica vol.XII n.2-2023 luglio-dicembre

Sviluppo costiero e le zone economiche esclusive

Geopolitica vol.XII n.2-2023 luglio-dicembre

Graziani Tiberio, Lanzara Gino


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L'estensione del mare è tale che la sua analisi non può essere ristretta ad accezioni limitate. Il mare conserva e riporta all'evoluzione storica, sociale, economica, diplomatica e giuridica. Da millenni, riconduce alle sfide che l'uomo ha inteso intraprendere in ogni campo, senza porsi limiti. Il mare è, ancora oggi, proiezione di potenza, espressione di un suo esclusivo potere, quello marittimo; è ancora scontro per l'affermazione degli interessi nazionali, accompagnati da una diplomazia che è arte millenaria. Nonostante i nuovi domini e la conquista dello spazio, il mare è ancora, sinergicamente, al centro della politica. Nella riflessione geopolitica il mare, insieme alla terra, costituisce un binomio inscindibile. Il mare diviene strumento alternativo di collegamento tra gli Stati, con la sua dimensione di gestione di confini, interessi economici e sfere d'influenza. Inoltre, esso prende l'ulteriore dimensione di bacino di risorse naturali, fornendo un ulteriore peso in qualità di ago della bilancia tra gli equilibri internazionali. In quest'ottica, lo sviluppo costiero diviene elemento fondamentale della gestione di tali condizioni e dinamiche, capace di fornire - o meno - agli Stati che riescono a padroneggiarlo, le capacità di primeggiare nella dimensione spaziale marittima. È inoltre da riferirsi alla dialettica terra-mare la competizione per l'egemonia sulle aree costiere. L'ampia fascia di terre fertili e densamente popolate che si estendono dall'Atlantico nord-orientale al Mediterraneo orientale, dal Mar Nero al Golfo Persico, dai litorali del sub-continente indiano al sud-est asiatico e alla penisola coreana è una posta in gioco ineludibile negli equilibri fra grandi potenze marittime da un lato e giganti terrestri dall'altra. Il ruolo del controllo dei "mari chiusi" (Baltico, Mar Nero, Caspio, ecc.), dei paesi rivieraschi e degli stretti, in questa partita, è decisivo, oggi come nell'età dell'Imperialismo o durante la Guerra fredda. Lo sviluppo di infrastrutture strategiche, come i porti, le vie di trasporto fluviali e le strade per raggiungere le aree interne, nulla ha perso della sua centralità geo-economica nell'era della digitalizzazione e del commercio elettroni-co: anzi. Pensare il mare strategicamente significa pensarne le potenzialità militari, commerciali e di cooperazione fra stati e popoli, oggi come all'epoca di Mahan, Mackinder e Spykman. Rimane dunque urgente, per l'analista geopolitico come per l'economista, per lo stratega come per lo storico, dare senso alle politiche marittime nel quadro delle relazioni internazionali, al livello globale come a quello regionale.
Ean / Isbn
979128148503
Pagine
368