Dopo Banche e crisi. Dal petrolio al container, continua l’indagine di Sergio Bologna sul mondo dei trasporti marittimi. Il presupposto teorico è che la logistica, prima di tutto marittima, rappresenti uno dei centri nevralgici del capitalismo contemporaneo. Attraverso il racconto della crisi e della scomparsa di agenzie del trasporto marittimo che sembravano «immortali» Bologna ci trasporta in un viaggio per mare da una parte all’altra del mondo. La crisi dei trasporti marittimi diventa così il simbolo plastico di una decadenza inarrestabile, quella delle «virtù borghesi ormai scomparse, la virtù del sagace amministratore, del risparmio, della sobrietà, della prudenza». L’analisi, corredata di dati e commenti, è spietata: «l’Occidente si è fregato le mani quando, con il postfordismo, si è sbarazzato di quell’ingombro fastidioso chiamato “classe operaia”. Oggi assiste impotente alla dissoluzione di quel corpo massiccio che si chiama “borghesia”». Corredato anche di interviste con esperti del settore dei trasporti marittimi, il libro propone una radicale riforma dell’intero sistema della logistica marittima: «Questa crisi (il tramonto di queste due classi) sembra portarsi dietro sistemi di valore che hanno costituito una civiltà. Ma è una visione ingannevole, i valori, se uno vuole, li può sempre recuperare. Non sono una materia deperibile, sono un’opzione. Uno di questi è il valore del lavoro