Sebbene, nella cronologia delle opere shakespeariane, sia seguita dall'Enrico VIII, La tempesta resta il momento conclusivo, il punto d'arrivo ed in certo senso il sigillo della creazione drammatica del Poeta. Il rapporto critico, se non addirittura polemico, con Montaigne, che rappresenta uno dei motivi ricorrenti delle sue ultime opere, assume qui un valore essenziale. Il moralista francese non fu per Shakespeare, negli ultimi anni, un semplice modello occasionale ma un vero e proprio interlocutore ideale che lo aiutò per contrasto a chiarire il proprio pensiero. Di questo pensiero, nella sua forma piú limpida e allo stesso tempo piena di senso del mistero, La tempesta è espressione compiuta e perfetta. È quindi probabilmente inutile cercare nel personaggio di Prospero, come è stato fatto, un allegorico ritratto di Shakespeare stesso. Non si tratta di un semplice travestimento, ma di un'identità, che però va al di là del personaggio specifico per investire tutta l'opera.
Data pubblicazione
01/01/1992