Il 19 aprile 1943, a poche miglia dall’Isola d’Elba, tre siluri lanciati dal sommergibile inglese “HMS Saracen” colpivano e affondavano il piroscafo del Lloyd Triestino “Francesco Crispi” mentre trasportava circa 1000 soldati italiani verso la Corsica. Ne perirono oltre 900 fra i quali la maggior parte apparteneva ai Granatieri di Sardegna. Per molti giorni a seguire il relitto della nave restituì cadaveri che le correnti marine trasportarono fin sulle coste liguri. Una tragedia nella tragedia. La vigilia di Ferragosto dello stesso anno il sommergibile inglese “HMS Saracen” fu inseguito dalle corvette della Regia Marina “Minerva” ed “Euterpe” che con il lancio di numerose bombe di profondità lo costrinsero prima ad emergere e poi lo affondarono a sole dieci miglia dal punto in cui aveva colpito il “Crispi”. L’ingegner Guido Gay, noto per aver ritrovato la “Corazzata Roma”, grazie al suo ROV “Pluto Palla” riporta ora la luce sui relitti del piroscafo “Francesco Crispi” e del sommergibile “Saracen”. E sulle loro lamiere contorte è scritta una tragica storia di 72 anni fa.
Data pubblicazione
01/11/2015