Ore e ore con gli stivaloni ai piedi, poi, con un po' di fortuna il paniere si riempie di trote, e magari anche di cavedani, alborelle, berbi, vaironi o anguille... E per chi ha poca dimestichezza con la canna ci sono i vivai d'acquacoltura che sfruttano le correnti fresche e ben ossigenate dei torrenti, perché la trota è un pesce esigente, che vive solo in ambienti senza la minima traccia d'inquinamento. Il risultato è un prodotto consistente e magro, sapido, non solo un cibo eccellente, ma un alimento dal profilo dietetico perfettamente equilibrato, di grande leggerezza e pregio gastronomico. Per gustarlo affidiamoci alle ricette tradizionali che profumano di cipolla e di vino, di aglio, di rosmarino e origano cresciuti tra le rocce. Una sollecitazione per i nostri sensi che riscopriranno curiosità e saperi antichi, pervasi dagli odori e dal ricordo delle vecchie trattorie sul fiume, quando la pesca era rito e festa.