La storia dei vichinghi affascina per la sua portata geografica. Norvegesi, danesi e svedesi uscirono dalle tenebre della storia nell’VIII secolo, infrangendosi come gelide ondate di burrasca sulle coste e i fiumi d’Europa. Con le loro lunghe navi ornate di teste di drago, orso o lupo sbarcarono in quelle che ora sono le moderne Inghilterra, Scozia, Irlanda, Francia, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Italia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania. I suoi mercanti – spesso prima linea di avanzata e di spionaggio che apriva la strada alle incursioni dei guerrieri – discesero tra le steppe russe, navigando sui loro fiumi sconfinati, giungendo fino al Mar Nero, e da lì a Costantinopoli e in Medio Oriente. Coloni scandinavi fondarono i primi insediamenti umani in Islanda e in Groenlandia, e alcuni di loro sfidarono l’incognita dell’Oceano Atlantico fino al Vinland, in Canada. Guerrieri di sangue vichingo servirono nella guardia degli imperatori romani d’oriente, mentre altri fondarono possenti regni sulle isole britanniche, in Francia, in Russia e persino in Italia meridionale, lasciando un’impronta indelebile sulle vicende storiche e la cultura di quelle regioni. La loro furia in battaglia, unita alla fede in ancestrali divinità norrene e all’abitudine di saccheggiare monasteri indifesi, ne fece il terrore dei cronisti cristiani dell’epoca. Per quasi tre secoli, sembrò che la civiltà sarebbe collassata in seguito alla loro furia. Alla fine, però, anche la loro epopea ebbe termine, sconfitta e assimilata dalla Chiesa di Roma, che seppe imporsi sui re e i nobili di Scandinavia.
Data pubblicazione
20/02/2023