I delfini sono animali intelligenti, fin troppo. Da tempo competono con l’uomo per accaparrarsi i totani che finiscononelle reti dei pescatori. Non è una storia di fantasia tra eroi che si sfidano a colpi di pinna e reti, ma la quotidianità dei pescatori delle Eolie, una “corsa al totano” un duello ad armi impari tanto da ricorrere alla richiesta di “calamità ambientale” prevista dal Feamp, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca per aiutare economicamente i pescatori in questo difficile momento. È stato registrato un calo allarmante del pescato, tanto da mettere a serio rischio l’economia locale. In tutte le isole si contano 60 barche sotto i sei metri che si dedicano alla pesca costiera.
Il conto è salato: gli operatori del settore hanno registrato un calo drastico del fatturato. Le statistiche riportano la riduzione del 70% con gravi conseguenze per i nuclei familiari che scelgono di basare la loro vita su questa attività mantenendola viva nonostante le ghiotte possibilità dell’oggi, spesso basate su un’economia più sterile ma di maggior profitto. I totani che popolavano le acque costiere delle Eolie si sono trasformati da bene comune e peculiarità della zona a bene prezioso, un “trofeo di guerra del mare” con conseguente aumento dei prezzi di terra. Come spiega Gaetano, uno dei tanti operatori: “La situazione si è aggravata. Di questo passo vendere un chilo di totani sarà improbabile: già non se ne trovano perché vengono mangiati dai delfini ma quei pochi che saranno pescati saranno venduti a prezzi insostenibili per una famiglia.”
Il mare è un costante gioco d’azzardo, i pescatori conoscono il rischio ma quelli delle isole Eolie devono fare i conti con l’imprevisto dei delfini. La causa è attribuibile alla tropicalizzazione dei mari che ha comportano una migrazione di massa della specie sotto costa. I delfini si rivelano impietosi, aggiungono “oltre il danno la beffa”: strappano e danneggiano gran parte delle reti. Una storia che ha dell’incredibile ma che ci riporta all’amara realtà di tante famiglie che devono fare i conti con un reddito in calo vertiginoso. Provvidenziale l’intervento degli specialisti per porre limite al problema. Da aprile è stata messa in atto una sperimentazione che si avvale dei pingers, dissuasoriacustici per allontanare i delfini dal pescato. Le apparecchiature sono supervisionate dalla biologa marina Monica Blasi della Filicudi Wildlife Conservation. Dal 2004 quest’associazione si occupa della gestione e della tutela dei cetacei e delle tartarughe marine nell'arcipelago.
Un caso che è sbarcato anche al Senato, dove il senatore Raffaele Ranucci con il collega Roberto Ruta hanno presentato un’interrogazione parlamentare per sottolineare la problematica legata al tratto di mare che costeggia le isole Eolie. Un tentativo proposto per sostenere e tutelare il lavoro dei pescatori e la sicurezza delle loro famiglie, la difesa dell’ambiente, dell’economia locale e dell’identità di queste isole che vivono grazie alla generosità del mare ma che devono fronteggiare la superbia di alcuni dei suoi abitanti. Elena Bittante