La baia di Notsuke è direttamente collegata al mare, ma la sua posizione particolare, che la racchiude nella penisola, fa sì che in pieno inverno l'intera superficie dell'acqua geli, creando una pianura piatta e bianca che si estende a perdita d'occhio. E poiché la penisola di Notsuke è una lingua di sabbia senza rilievi del terreno, il cielo blu brillante e il bianco puro del ghiaccio innevato si incontrano direttamente all'orizzonte, creando un mondo etereo di blu e bianco.
Al largo della costa dell'Hokkaido orientale e nelle acque dell'insenatura di Notsuke cresce naturalmente una particolare alga, L'Eelgrass, Zostera marina, conosciuta principalmente con il nome inglese di eelgrass o seawrack. È una pianta sommersa salina a sedimenti molli, originaria degli ambienti marini sulle coste delle latitudini settentrionali, dalle regioni subtropicali a quelle subpolari del Nord America e dell'Eurasia.
Quest’alga è l’alimentazione per l’Hokkai Shimaebi, gamberetto striato noto anche come rubino del mare, che popola la costa orientale di Hokkaido. La popolazione dei gamberetti si è diffusa naturalmente, e nei secoli nel luogo si è creato un habitat naturale perfetto, particolare. Si tenga conto che la baia di Notsuke ha acque poco profonde, in alcune zone meno di 5 metri. La geografia della baia, l’evoluzione termica nell’alternarsi stagionale e le sue acque riparate hanno creato condizioni favorevoli allo sviluppo di una cospicua varietà di vita marina, inclusi i famosi gamberetti.
La comunità dei pescatori è ben consapevole dell’importanza e della fragilità di questo ecosistema e perciò, al fine di proteggerlo e di prevenire l'esaurimento dell'Hokkai Shimaebi, vengono effettuati sondaggi regolari, i cui dati vengono poi utilizzati per decidere la quantità di gamberi che può essere pescata in modo sostenibile per quell'anno. Tenendo conto poi dei cicli riproduttivi della specie, la pesca dell'Hokkai Shimaebi può essere effettuata solo due volte all'anno, all'inizio dell'estate (da metà giugno a metà luglio) e in autunno (da metà ottobre a metà novembre). Il che significa che le opportunità per assaggiare questa rara prelibatezza sono piuttosto scarse.
Tutti questi aspetti hanno selezionato negli anni un tipo di imbarcazioni, il cui uso risale a oltre 100 anni fa, fin dalla seconda metà del 1800, e che ormai fanno parte del patrimonio storico culturale dell’isola di Hokkaido, le utasebune (打瀬船), letteralmente barche Utase. Utilizzano vele di forma triangolare, dei fiocchi, la cui mura è fissata ad aste. Le barche sono spinte unicamente dal vento, dall'energia eolica. La mancanza del motore e dell’elica previene danni alla Zostera marina, che abita le acque poco profonde della baia.
L’Utasebune è una barca molto piccola che può trasportare un solo passeggero alla volta, il che significa che solo un pescatore può salire a bordo.
Dal decidere in quale zona pescare quel giorno per sfruttare al meglio le condizioni meteorologiche, al navigare e provvedere alla regolazione delle vele, il pescatore deve prendere da solo molte decisioni importanti, oltre a valutare quale dei gamberi più piccoli dovrebbe essere rigettato nell'oceano. È significativa la scelta dei pescatori per non alterare in alcun modo l’habitat.
È una barca da lavoro semplice, a due alberi, come quelle che si vedevano in Adriatico fino a un secolo fa, oppure sulla costa bretone e provenzale. Barche che poi sono state d’ispirazione per la nautica da diporto. Una per tutte, e la più diffusa, il Sunfish, progettato dagli statunitensi Alex Bryan and Cortland Heyniger nel 1952.
_(Testo di Giovanni Cespa - Il credito delle immagini è per la cortesia della Hokkaido_ _Tourism_ _Organization)_