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I tre Astrolabi: Orientale, Nautico, Planisferico |
…Dentro “il Mare” si ammucchiano i libri, i quaderni ed i cataloghi da tutto il mondo e da ogni secolo, come tesori pregiati. Sono volumi innumerevoli che, in una marea di lingue, raccontano di barche a vela, conchiglie, pirati, fari e case sul mare, fino ad arrivare a ricette, romanzi ed archeologia. Tra gioielli come il grande catalogo di foto “Undersea Life” di Joseph S. Levine, il giornale di bordo di Garibaldi o una guida ai fari d’Europa, si trovano anche rarità preziose, come un antico atlante delle spiagge d’Italia. …È un brano dell’
articolo scritto nel 2011 dalla giornalista Gesine Borcherdt quando eravamo al 239 di
via di Ripetta. Lo pubblicò il mensile tedesco Mare e all’epoca i libri erano disposti in ben
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Astrolabio planisferico |
quattrocento metri quadrati. Ora che in via del Vantaggio i metri a disposizione sono un sessantina l’atmosfera che si respira è sempre la stessa. E tra i libri “ammucchiati” spiccano i tantissimi oggetti che Marco seleziona con cura. Gli ultimi arrivati sono delle perfette riproduzioni in ottone dell’antico strumento astronomico, l’Astrolabio, per secoli indispensabile per la navigazione. Si tratta di una serie speciale di tre differenti astrolabi, quello
Orientale, il
Planisferico e il
Nautico, ciascuno contenuto in una elegante scatola. Il Nautico è la riproduzione del cosiddetto astrolabio di Valencia che appartenne all’Armata di Filippo II (XVI secolo). Semplificazione del planisferico può rilevare solo l’altezza degli astri. Era costruito in bronzo e ottone per fare in modo che il suo peso, quasi due chili, lo rendesse più stabile rispetto alle oscillazioni della nave. Attualmente si trova nel National Maritime Museum di
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Astrolabio orientale |
Greenwich. L'astrolabio è lo strumento che per molti secoli fino all’invenzione del sestante permetteva di localizzare o calcolare la posizione del sole, della luna, dei pianeti e delle stelle e anche determinare l’ora conoscendo la latitudine. Il nome deriva dal latino astrolabium a sua volta proveniente dal sostantivo greco aster (astro) e dal verbo lambàno (prendere).
Il primo fu introdotto nella Grecia antica nel II secolo a. C. con il nome di macchina di Anticitera, isola dove fu rinvenuto in primo esemplare. Con il passare del tempo l'astrolabio si è diffuso in gran parte del Mediterraneo, e grazie alle loro profonde conoscenze matematiche e astronomiche gli arabi svilupparono diverse versioni dello strumento, come l'astrolabio sferico e varie forme di astrolabio universale. Lo strumento riscosse grande fortuna, tanto che rimase insuperato fino alle soglie del XVII secolo quando s'imposero orologi meccanici di maggior precisione e più avanzati metodi di calcolo. Le possibilità di calcolo dell’astrolabio si ritiene siano più di un centinaio e le più essenziali risolvono con semplicità e precisione i problemi astronomici basati sulla trigonometria sferica.
Si compone di sei parti a partire dalla madre, il disco scavato al centro per alloggiare il timpano, con incise le coordinate della sfera celeste e la rete, la mappa astrale che segna la posizione della stella polare e la traiettoria del sole. Il regolo, situato sulla rete, si usa per allineare la data con l’ora. L’alidada si usa per puntare lo strumento. Infine il dorso della Madre dove si realizzano tutte le osservazioni e le misurazioni. Quindi alla prossima uscita in mare con la vostra barca, a vela o a motore che sia, spegnete il GPS puntate verso il sole l’Astrolabio che avete acquistato in libreria, e fate il punto della vostra posizione! Buon vento…
A ds. la copertina del piccolo libro contenuto nella scatola che racconta la storia dell’Astrolabio