Di Charles Dickens conosciamo tutto dei suoi romanzi ma poco sappiamo di American Notes, il diario scritto in occasione del lungo viaggio che fece, insieme alla moglie Kate, negli Stati Uniti nel 1842 e che è stato pubblicato da Feltrinelli nel ’96 con il titolo America. Ora, invece, l'editore Magenes ce lo propone, tradotto da Graziella Martina, nella collana Maree Storie del Mare sotto forma di antologia con il titolo Di viaggi e di mare, con l'aggiunta di alcuni interessanti inediti per l'Italia, ovvero la descrizione del viaggio in Francia e a Parigi che lo scrittore dice abitata da Lunari, i tre racconti dedicati al viaggio in mare dei mormoni che emigrano verso l'America, un naufragio sulle coste del Galles e il viaggio di ritorno diretto a Liverpool sul vapore Russia Capt. Cook della Cunard Line.
Dickens partì un mese prima del suo 30º compleanno, con la moglie Kate e la sua cameriera Anne Brown, a bordo del piroscafo RMS Britania Al suo arrivo fu subito riconosciuto e circondato da una folla di curiosi; in un primo momento fu contento di quest'attenzione, ma presto le infinite richieste cominciarono a minare il suo entusiasmo. Si lamentava così in una lettera a un suo amico: |
Graziella Martina, traduttrice del libro |
|
Il piroscafo Britannia |
…Non posso fare nulla di quello che voglio fare, non posso andare dove voglio andare e vedere quello che voglio vedere. Se mi giro per strada, sono seguito dalla folla…Visitò in particolare la East Coast ed i Grandi Laghi, sia degli Stati Uniti sia del Canada. Durante il lungo viaggio, visitò anche carceri e istituti mentali. Il terribile carcere di Philadelphia, istituzione di silenzio e isolamento totali, produce un paio di pagine agghiaccianti d’immedesimazione con gli ospiti di quelle celle. Impietosa poi la descrizione che fa delle condizioni di vita a New York e delle condizioni sanitarie delle città: …Non abbiamo visto mendicanti né di giorno né di notte, però abbiamo incontrato molti vagabondi. Nel quartiere in cui stiamo per recarci sono fiorenti la povertà, la miseria e il vizio. La sporcizia e il sudiciume ammorbano l'aria delle strette vie laterali e l'esistenza che vi si conduce porta gli stessi frutti che altrove. Le facce gonfie e dai lineamenti grossolani delle persone che stanno davanti agli usci delle case hanno le loro repliche da noi e nel mondo e le sregolatezze hanno fatto invecchiare presto anche gli edifici. I travetti marci sono sul punto di cedere, le finestre rotte e riparate alla meglio sembrano avere lo sguardo torvo e le orbite gonfie per i colpi presi in una rissa tra ubriachi. I maiali di cui parlavamo prima abitano qui. Capiterà mai che si domandino perché i signori che incontrano camminano eretti anziché a quattro zampe e perché parlano anziché grugnire?…
|
Cincinnati |
Fu particolarmente critico nei confronti della stampa americana americane, e scrisse anche una spietata parodia dei costumi degli abitanti, tra cui, ma non solo, la pratica di sputare tabacco in pubblico:
…Come Washington potrebbe essere chiamata il quartier generale della saliva tinta di tabacco, è giunto il tempo in cui devo confessare, senza alcun travestimento, che la prevalenza di queste due pratiche odiose di masticare e di espettorare è iniziato in questo periodo, anche se tutt’altro che piacevole, e presto divenne ancora più offensivo e nauseante…
Come non poté perdonare l'esistenza della schiavitù. Infine era molto amareggiato per la violazione del copyright. Dickens era diventato una celebrità internazionale e rimase sconcertato nel constatare che in Nord America numerose copie delle sue opere erano liberamente vendute senza protezione del diritto d'autore.