Se volete sapere come è fatto il maschio di un
Antennablennius bifilum un simpatico pescetto lungo non più di 8 centimetri che vive nelle acque dell’oceano Indiano, o di un
Acanthostracion guineensis altro simpatico pesce che si pesca in Atlantico tra il Senegal e l’Angola, non dovete fare altro che una ricerca su
FishBase, il database più grande e il più completo presente sul Web, magari diventate uno dei suoi 35milioni di visitatori! Contiene 32400 specie con 300mila nomi comuni e più di 50mila immagini. Sicuramente troverete la descrizione completa con relativa scheda del pesce che cercavate e potrete ammirare la sua illustrazione, che nella maggior parte dei casi è targata
FAO, quindi probabilmente un’opera dell’illustratrice Emanuela D’Antoni in forza alla FAO dal 1984 presso il dipartimento del Programma della Pesca nel programma di Identificazione e Dati delle Specie Marine.
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Emanuela D’Antoni |
Emanuela è romana e ha 54 anni. “Non mi sono mai scoperta illustratrice, anche se mi piaceva disegnare, ricorda Emanuela, venivo dal liceo artistico e mi ero iscritta ad architettura quando, avevo 26 anni, sono stata trascinata alla FAO perché conoscevo, ero molto amica della figlia, Walter Fischer, il fondatore del Programma di Identificazione. Era ammirato della mia passione per il disegno e mi propose di collaborare come disegnatrice. Non avevo conoscenze di biologia, il mio maestro è stato proprio Fisher che mi ha trasmesso le regole fondamentali del disegno scientifico adatto alle esigenze delle pubblicazioni da lui prodotte.
Il mio è un compromesso, non parto dallo
specimen, ovvero non osservo e misuro il pesce sul tavolo da lavoro, il mio è un modo molto più veloce che lavorare con gli
specimen, porterebbe via molto più tempo.
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Emanuela mostra le guide FAO |
Lo faccio soltanto quando partecipo ai
workshop. Lavoro sulle fotografie fatte dagli stessi autori delle schede, biologi, ittiologi o tassonomi, che per quanto precise siano non sono come avere il pesce davanti agli occhi. Sono obbligata a lavorare in maniera molto veloce, per completare un disegno ho a disposizione al massimo quattro ore, prima la matita, poi la china. In alcuni casi uso il colore, ma solo per le illustrazioni delle copertine o poster o di pubblicazioni particolari.
Ho vissuto l’evoluzione delle tecniche del disegno, dalla china sulla carta lucida, poi su acetato per finire al computer. In questo programma i disegni da realizzare sono un’infinità, per questo si si sono accorciati i tempi di esecuzione.
I singoli disegni li realizzo tutti su fogli 13x18 e quando si riportano in stampa sulle guide in un formato molto più piccolo, se il puntino non è perfetto non si nota.
Certo è tutt’altra cosa se si paragonano ai disegni dei maestri olandesi del settecento per i quali le ore passate su di un disegno si sommavano in giorni interi e garantivano la perfezione. Anche se mi sono specializzata in animali marini, ho lavorato anche per la Treccani disegnando gli animali della lettera S e T del dizionario illustrato.
Ora, dopo 25 anni con un’anzianità di servizio di tutto rispetto, ho acquisito l’esperienza che mi permette di soddisfare qualsiasi richiesta da parte dei biologi. Il nostro è un compromesso tra la solida base scientifica fornita dagli autori e la parte artistica
per una divulgazione dell’aspetto esteriore del pesce che sia comprensibile ad un bacino di utenti molto vasto. Il mio lavoro non è destinato al tassonomo, che deve fare uno studio specifico su una specie, le nostre guide indicano quali specie popolano certe aree marine, sono destinate ai pescatori, agli ispettori che controllano quali specie vengono pescate,
ed anche ai curiosi del mare e delle sue creature. Qui alla FAO sono l’unica illustratrice di questo genere, dopo di me l’ideale sarebbe avere un biologo marino illustratore. Ho cominciato a disegnare a 21 anni, non ho tenuto il conto, ma credo che ad oggi ne avrò disegnati un centinaio di migliaia e non ho una collezione dei miei preferiti. Tutto il mio lavoro è conservato nell’archivio della FAO in un database sia cartaceo che digitale.
Lavoro anche con Photoshop, tutti i disegni a colori vengono ormai rifiniti al computer, solo così puoi intervenire in ogni momento per le modifiche del caso. Per il bianco e nero lavoro su acetato sempre con le stesse penne, i rapidograph Rotring (ormai quasi introvabili), gli unici che ti permettono certi risultati. Tutto il giorno a disegnare, sono chiusa nel mio “buco” come in fabbrica…
Un giorno un biologo che osservava il mio ticchettareche per completare con il Rotring da 2 millimetri un disegno con una nuvola di puntin che durava già da una mezzzora, ha esclamato: ‘mi sembri una scimmia impazzita!’.”
Ovviamente le illustrazioni di Emanuela D’Antoni sono © FAO CopyrightLe fotografie invece, come al solito sono di Maurizio Bizziccari Esempi di pubblicazioni FAOLa maggior parte delle illustrazioni sono di Emanuela d’Antoni
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