Giorgio Bini e l’Atlante dei pesci delle coste italiane. Opera monumentale da 1810 pagine

Scritto da Il Mare
19 dicembre 2016
La nostra Libreria non si occupa soltanto di vendere libri, quelli che normalmente si trovano in commercio, ma svolge soprattutto un grande lavoro di ricerca – anche in campo internazionale – di quelle opere, che sono  esaurite e fuori dai cataloghi. Ed è proprio questo lavoro, curato con passione da Marco Firrao, a rendere unica e a distinguere il Mare Libreria Internazionale. Tra la ricerca di  opere da anni fuori commercio, Marco è riuscito in un’operazione straordinaria, ha scovato i nove volumi dell’opera monumentale di Giorgio Bini Atlante dei pesci delle coste italiane che ora e possibile acquistare al prezzo di millecinquecento euro. In totale sono 1810 pagine, con le illustrazioni dei pittori Vittorio Caroli e Carlo Ranzi mentre di Sandro Gatteschi sono i disegni al tratto. Giorgio Bini era biologo marino e ittiologo che viveva per molti mesi l’anno a Santa Marinella in una casa quasi dentro il mare, dove si immergeva ogni giorno per la ricerca e lo studio. Fu tra i primi subacquei a ricevere il Tridente d’Oro a Ustica nel 1960 dall’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee, proprio per la sua opera di divulgatore scientifico.
Fu tra i primi collaboratori della rivista Mondo Sommerso – mensile di vita subacquea, il primo numero uscì nel luglio del 1959
con un suo articolo dal titolo Mare sconosciuto.
Il direttore responsabile di Mondo Sommerso era Alessandro Olschki e tra i redattori troviamo Gianni Roghi, Giovanni Tescione, (esperto del corallo rosso) Luigi Ferraro. Editore e ideatore, era Goffredo Lombardo, conosciuto per le sue opere di produttore cinematografico della Titanus, che nel suo editoriale scriveva: Il mondo in cui viviamo guarda con ansiosa impazienza verso il cielo.
Più i missili volano verso l’orbita solare e più ci si convince che la civiltà di domani sarà basata sui segreti che gli uomini strapperanno ai segreti dell’astrale. 
Conosciamo pochissimo delle galassie, ma assai meno delle profondità marine. Eppure il mare su cui viviamo e da cui riceviamo sostentamento, ci è assai più vicino e amico.

Ancora oggi malgrado siano passati ormai 57 anni guardiamo allo spazio e conosciamo pochissimo il mare. Proprio per tale motivo Goffredo Lombardo fondò Mondo Sommerso in modo da poter divulgare e diffondere, in termini comprensibili a tutti, il lavoro degli esperti del mare. Fu così che tra i primi numeri di Mondo Sommerso apparvero le schede disegnate dei pesci dei mari italiani, scritte da Giorgio Bini già nel giugno del 1960. Da allora ogni numero della rivista descriveva un pesce. Successivamente Mondo Sommerso regalò ogni anno, agli abbonati, un volume dell’opera monumentale curata da Giorgio Bini.
Il lavoro non subì interruzioni anche quando cambiò l’editore e terminò nel 1970, con il nono volume che contiene l’introduzione, la parte generale e gli indici degli otto volumi. I nove volumi sono un compendio fondamentale di biologia marina, un testo di livello universitario con le schede di tutti i pesci che vivono lungo le coste dei mari italiani. Ogni scheda comprende il disegno a colori, quanto più possibile aderente alla realtà, della specie che viene accuratamente descritta con il nome scientifico, le osservazioni sul genere, la morfologia della specie, la colorazione, i costumi, la nutrizione, la riproduzione, le dimensioni, la pesca e la distribuzione geografica. Vengono anche riportati i nomi dei pesci nei vari dialetti italiani e il vocabolario in uso nei paesi del Mediterraneo. Ancora oggi, l’opera risulta fondamentale per studenti universitari di biologia marina e per gli appassionati di pesca, inoltre in molte schede viene anche descritto come la specie si adatta a vivere in acquario. Le tavole sono state ordinate secondo la classificazione sistematica indicata da Enrico Tortonese e da molti altri studiosi, citati nel testo. 
Lo stesso Tortonese scrive a proposito dei disegni del primo volume, dedicato agli squali e ai Selacei: Siamo dell’idea che le figure devono corrispondere con la massima esattezza all’esemplare da identificare, altrimenti invece di essere utili, risultano dannose. Indubbiamente la migliore soluzione sarebbe, in teoria, quella di fornire fotografie a colori di esemplari delle singole specie, ma purtroppo in pratica, tale soluzione è quasi impossibile da realizzare.
Infatti la fotografia per risultare di una certa utilità, oltre che essere eseguita da un provetto fotografo, deve mettere in evidenza quelle caratteristiche di forma e di colore che sono rilevabili solo su esemplari viventi. Si è preferito pertanto ricorrere a tavole acquarellate. Negli anni ’70 il fotografo subacqueo Piero Solaini aveva provato a fotografare le specie acquarellate, ma non riuscì a portare a termine il lavoro. Naturalmente oggi ci sono ottimi testi sugli animali marini viventi nel Mediterraneo, tra cui il volume di Valentina Tepedino e Paolo Manzoni Grande enciclopedia illustrata dei pesci, che comprende anche pesci di acque interne, dell’Europa e del Mediterraneo. L’opera del Bini però rimane l’unico testo completo che si occupa esclusivamente dei pesci delle coste italiane.
Giulia D’Angelo