La mattina di venerdì 1 giugno, nella bellissima riserva naturale e palude della Diaccia Botrona, è stato sventato un ennesimo attacco e disturbo alla coppia dei falchi pescatori nidificanti presenti ora con i piccoli nati da meno di un mese. La Diaccia è la “grande fossa di acqua fredda” (questo il significato del nome), una vasta area depressa caratterizzata da un ambiente tipico palustre che occupa una parte della pianura tra Grosseto e Castiglione della Pescaia. Uno “pseudo fotografo” ha ignorato il cartello ben evidente e presente con steccionata all’inizio dell’argine che porta ad uno dei nidi di falco pescatore. La riserva
ospita due delle tre uniche coppie di falchi pescatori maremmani che nidificano nel nostro paese grazie ad un progetto di reintroduzione iniziato nel 2006 e che ha portato nel 2011 alla prima nascita e formazione della coppia nel Parco Regionale della Maremma.
Successivamente nel 2014 un’altra coppia del progetto ha scelto la Diaccia Botrona per fare un secondo nido e attualmente sono due le coppie e i nidi occupati con successo in questa importante zona umida Ramsar protetta, un fiore all’occhiello della regione toscana. Per l’importanza della nidificazione, grazie allo sforzo dell’amministrazione di Grosseto e del gruppo di lavoro del falco pescatore, dal momento della deposizione delle uova e nascita dei piccoli, fino al loro involo, la sorveglianza è molto attiva con telecamere posizionate nei nidi e
con controlli periodici delle guardie della riserva, Sandro Pilozzi e Stefano Pacini, con Vincenzo Rizzo Pinna alle telecamere pronto a dare l’allarme. In più volontari e aderenti al progetto, il sottoscritto, Guido Alari, Flavio Monti e altri naturalisti, presidiano nei giorni critici del weekend la zona. Tutto sotto il coordinamento dell’ideatore del progetto falco pescatore, Giampiero Sammuri, ora presidente del Parco Arcipelago Toscano. E proprio grazie al tempestivo intervento doppio delle telecamere e persone presenti nel capanno accanto all’argine dove è ben evidenziato il divieto di accesso, si è potuto intervenire subito dopo che la persona aveva superato il divieto e la steccionata e si era avvicinato molto velocemente per fare foto al nido a quasi 100 metri da questo. I due genitori, falchi pescatori Eva e Primo, avevano così abbandonato il nido e lasciato i piccoli falchi da soli con serio pericolo.
In genere i falchi si alternano e proteggono dal sole e dalle intemperie i piccoli falchi, che ora hanno poco meno di un mese di vita e vanno nutriti e protetti dalla coppia. Il disturbo arrecato anche da un solo umano che si avvicina lungo l’argine al nido provoca immediatamente il volo dei falchi dal nido che allarmano dall’alto i piccoli e cercano di sviare il pericolo dal nido. È stato molto importante fermare la persona in tempo, che è stata pesantemente multata con un verbale di 618 euro, che deve essere di avviso e monito, e di esempio, per chi volesse ancora disturbare la coppia di falchi, mancando di rispetto non solo alla specie ma a tutto il progetto e gli sforzi effettuati in questi anni per far tornare questi splendidi rapaci in terra maremmana.
Possono essere visti tranquillamente con binocolo e cannocchiale dai capanni della riserva, e dalla web-cam live nella casa Ximenes, centro visita della riserva. Ci raccomandiamo con tutti per il totale rispetto di questo periodo delicato nella vita dei falchi pescatori, che proprio quest’anno ci hanno regalato un successo di nascite storico, nove piccoli, tre per nido, due in diaccia e uno al parco, su nove uova deposte.
Alessandro Troisi (testo e foto)