Itaca, Arrows, Culturas: dalla Sicilia un mare di progetti europei

Scritto da Il Mare
10 aprile 2014
La Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia, diretta da Sebastiano Tusa, archeologo e docente di Paletnologia, tra le sue mille attività a fine marzo ha presentato in un meeting che si è tenuto presso la sede di Palermo, i temi di ITACA, un progetto che prevede un innovativo sistema di gestione dei siti archeologici subacquei lungo le coste della Sicilia e non solo. Il monitoraggio è ottenuto da tecniche di rilevazione satellitare remota combinate con l’elaborazione algoritmica delle immagini ed è finalizzato alla ricerca, localizzazione di relitti, reperti e strutture sommerse e all’integrazione dei risultati caricati in un sito on line inteso come servizio.
Itaca, acronimo di Innovation Technologies and Applications for Coastal Archeological sites, è finanziato dall’Unione Europea con due milioni e duecentomila euro e condotto da un consorzio di 11 partners, tra questi la Soprintendenza del Mare, ed è coordinato dalla società greca Planetek Hellas.
La durata è di 27 mesi a partire dal mese di gennaio 2014. Il progetto, come ha dichiarato il soprintendente Tusa, non mira alla scoperta di nuovi siti o reperti, ma a testare l’intero sistema, che una volta a regime diventerà uno strumento prezioso per coordinare ogni attività di ricerca e conservazione. Al meeting di Palermo hanno partecipato quelli che saranno gli utilizzatori finali del sistema ITACA, ovvero i rappresentanti dell’archeologia subacquea e del patrimonio culturale del Mediterraneo, europeo ed extra-europeo con la presenza di Jeremy Green  del Western Australian Museum. Un elenco che ha visto presente il Gotha dell’Archeosub: per la Danimarca  Bjorn Loven della Copenhagen University; per Malta Timmy Gambin di MSIDA University; per il Portogallo Alexandre Monteiro della Fundação da Faculdade de Ciências da Universidade de Lisboa (FFCUL); per l’Italia Annalisa Zarattini del dipartimento di Archeologia Subacquea del Ministero della Cultura; per la Grecia oltre all’University of the Peloponnese  era presente Katerina Della Porta il loro ministro della Cultura; per la Tunisia  Wafa Ben Slimane  dell’Institut National du Patrimoine; per Israele Ehud Galili  dell’Università di Haifa. Infine sempre per l’Italia il CNR di Sassari con Giulia Nieddu e di Catania con Gaetana Marchesini e Andrea Scianna.
Sarà possibile individuare e monitorare siti archeologici subacquei nelle zone costiere  in fondali fino a 70 metri di profondità con dati satellitari (WorldView). I dati che si ottengono vengono poi processati con nuovi algoritmi che sanno “leggere” i reperti archeologici.   
Il sistema sarà verificato e validato con una estesa campagna portata a termine usando le più avanzate tecnologie (side-scan sonar, multi beam echo sounder) ed i mezzi tradizionali (prospezioni subacquee con sommozzatori professionisti). Per fornire la reale portata e dei servizi che ITACA può offrire la Soprintendenza siciliana sperimenterà il sistema nei primi mesi del 2015 su selezionate zone costiere delle Isole Egadi in provincia di Trapani (Cala Minnola di Levanzo, Punta Galera di Favignana, Maraone “relitto dello zolfo”, Punta Spalmatore di Marettimo). La diffusione delle attività realizzate includerà un workshop internazionale ed una conferenza conclusiva organizzati in cooperazione con i destinatari finali con l’intento di rendere tutti gli interessati consapevoli dei benefici del servizio e delle tecnologie ad esso applicate.
A sn la superfice del mare a ds la mappa batimetrica
Le organizzazioni partecipanti al progetto:

– Planetek Hellas E.P.E. Grecia

– Kell S.r.l. Italia

– Nextant Applications and Innovative Solutions Srl (NAIS)
– Geographic Resource Analysis & Science Danimarca
– Hellenic Institute of Marine Archaeology Grecia
– Fundação da Faculdade de Ciências da Universidade de Lisboa (FFCUL)
– ANESTI Ltd. Regno Unito

– SME4 SPACE, Leuven (Belgium)
– Servizio Soprintendenza dei Beni culturali e ambientali del Mare della Regione Siciliana
– Alma Sistemi sas Italia.

Le attività di Sebastiano Tusa e della Sovrintendenza del Mare siciliana, unica in Italia, si muovono a 360 gradi nel mondo dell’archeologia subacquea, partecipando o come partner o come capofila ad altri progetti europei. Quella di partecipare a progetti avviati o di presentarne propri è il risultato del lavoro di ricerca che caratterizza sempre più il lavoro svolto da Tusa, “in solitario”, considerato che non esiste una Soprintendenza nazionale del mare. È così che la Sicilia è partner di ARROWS, progetto, iniziato nel 2012 e finanziato dall'Unione Europea con 3 milioni di euro fino al 2015,  giudicato tra i tre migliori progetti della sezione “Conoscenza, tutela e gestione del patrimonio archeologico” nell’ambito dell’Italian Heritage Award 2013. Arrows (ARchaeological RObot systems for the World’s Seas) è un piano dedicato allo “Sviluppo di tecnologie avanzate e strumenti – come i robot sottomarini – per la mappatura, la diagnosi, lo scavo e la protezione di siti archeologici sottomarini e costieri” ed è gestito da un consorzio con a capo l’Università di Firenze (Scuola di Ingegneria).
Robot Tif One
Il robot – realizzato dai Dipartimenti di Ingegneria Industriale e di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Firenze – è in grado di visualizzare con un sonar e con due telecamere la superficie del fondale, di scansionarla in 3D e di renderla fruibile analogamente alle registrazioni di Google Maps e Street View.
Side-scan sonar
I modelli tridimensionali dei siti e dei reperti potranno essere utilizzati per una simulazione o una visita virtuale. Inoltre il veicolo è dotato di un ecografo in grado penetrare nei sedimenti e verificare la presenza di un reperto archeologico. Alla realizzazione del progetto partecipano dieci partner appartenenti a cinque diversi paesi. Tra questi l’Italia con la Soprintendenza del Mare siciliana. Ciò significa oltre all’elevata finalità culturale pubblica e utilità collettiva connessa alla conoscenza, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo della Regione Sicilia il potenziamento e l’aggiornamento del personale e delle dotazioni tecnologiche l’acquisizione di attrezzature e software per servizi e formazione e per l’interpretazione delle indagini dirette e strumentali sui fondali. Inoltre ARROWS si integra con i numerosi interventi posti in essere in questi anni dalla Soprintendenza del Mare, quali ad esempio la realizzazione del Sistema Informativo Territoriale, le campagne di indagini strumentali nelle isole Egadi ed Eolie che hanno portato al ritrovamento di numerosi relitti ed importanti reperti (rostri, elmi e anfore), numerosi scavi sottomarini volti alla conoscenza di importanti siti (Scauri) ma anche utili per la sperimentazione di nuove tecnologie applicate alla ricerca archeologica sottomarina, alla musealizzazione in situ dei reperti ed alla calibrazione delle conseguenti azioni di tutela (Levanzo, Panarea).
Ad ITACA e ARROWS si aggiunge il progetto CUL.TUR.A.S. che sta per CULtura e TURismo Attivo e Sostenibile, ideato da Tusa e di cui è capofila. È un progetto transfrontaliero con la Tunisia per la realizzazione di parchi e itenerari archeologici subacquei che interessa la provincia di Trapani e tre provincie tunisine: Tabarka, Biserta e Kerkouane, dove sono coinvolti l’Ufficio Nazionale del Turismo e l’Istituto Nazionale del Patrimonio. Le finalità del progetto, finanziato con 1,3 milioni di euro, sono quelle di identificare nuovi modelli per la valorizzazione del patrimonio archeologico con la specializzazione del sistema di offerta turistica transfrontaliera operando in due settori specifici, la subacquea e il ciclo-turismo. Obiettivo la creazione di nuovi itinerari archeologici subacqueei e di percorsi ciclabili con conseguente aumento del livello di conoscenze degli operatori locali e della sensibilità della popolazione sulla protezione dei siti, e infine con il rafforzamento della cooperazione e sinergia tra partner locali e transfrontalieri.

Maurizio Bizziccari