La barbarie del traffico di schiavi in un libro da non perdere

Scritto da Il Mare
18 settembre 2017
La nave negriera, opera di Marcus Rediker, insegnante di Storia Atlantica nell’università di Pittsburgh, deve avere un posto di riguardo nello scaffale della vostra libreria. Perché con questo libro la storia dello schiavismo si arricchisce di un nuovo capitolo: la nave negriera che riassume l’intero mondo della tratta e racconta la barbarie del traffico di schiavi. Da fonti d’epoca scopriamo come erano fatte quelle terribili “prigioni galleggianti”, cosa vi accedeva e chi la popolava: gli schiavi, il comandante, la ciurma, i mercanti. Un medico di bordo coniò questa frase memorabile: “tanta miseria concentrata in un così piccolo spazio supera quanto l’immaginazione umana abbia fino a oggi concepito.” Dal suo racconto sappiamo come erano organizzati i ponti di quelle navi, la stiva, il ponte inferiore, e quello di coperta; come gli schiavi maschi venivano incatenati due a due; come li si stivava sottocoperta; come venivano nutriti, sorvegliati e costretti a “danzare” per tenersi in esercizio;

come veniva usato il gatto a nove code con violenze di ogni tipo e lo stupro sistematico delle prigioniere; come il mal di mare, le malattie e l’elevata mortalità colpisse tanto gli schiavi che gli stessi marinai. Per ottimizzare il carico agli uomini toccava uno spazio di 183 per  40 centimetri, ai ragazzi 152 per 35, alle donne 175 per 40, alle ragazze 122 per 35. Quando nel 1808 la Gran Bretagna e gli Stati Uniti abolirono il commercio degli schiavi, le navi negriere avevano trasportato  nove milioni di persone, altri tre milioni arrivarono in seguito. le sole navi inglesi e americano nel corso del Settecento ne trasportarono tre milioni.

I costi umani della tratta sono raccapriccianti: circa 5 milioni di esseri umani sono morti in Africa, sulle navi e nel corso del primo anno di lavoro nel Nuovo Mondo. La produzione degli schiavi che lavoravano nel sistema delle piantagioni era incedibile. Nel 1807 la Gran Bretagna importò per il consumo interno 135.000 tonnellate di zucchero, 143.00 ettolitri di rum, 7.400 tonnellate di tabacco e 33.000 di cotone. Gli Stati Uniti 42.200 di cotone e 38.000 di tabacco. Gli stessi schiavi, considerati beni di proprietà, erano valutati 316 milioni di dollari, equivalenti a circa 22 miliardi degli attuali euro. Il “dramma spettacolare” della tratta di dodici milioni di persone “stivate” nelle navi negriere e trasportate al di là dell’Atlantico per raggiungere centinaia di punti di consegna lungo migliaia di chilometri, durò quattrocento anni, dalla fine del XV sino alla seconda metà del XIX secolo.



Nella foto a destra una ragazza di quindici anni frustrata a morte perché si era rifiutata di danzare nuda.
Foto a sinistra: nelle lunghe marce per raggiungere l’imbarco queste costrizioni erano usate per tenere sotto controllo le carovane di schiavi. A destra: La nave negriera Brooks di Liverpool descrive la spaventosa realtà su come erano “stivati” gli schiavi. 
In basso: manette per i polsi e ceppi per le caviglie, lo schiacciapollici per torturare gli schiavi ribelli e lo speculum oris per tenere aperta la bocca nell’alimentazione forzata.