“La storia deve essere riveduta e riscritta perché con l’impresa di Lanzarotto Malocello ben180 anni prima della scoperta dell’America finisce il Basso medioevo ed inizia l’Età Moderna ”, altro che Cristoforo Colombo! Così il punto di partenza del processo di scoperta del Nuovo Mondo deve riconoscersi e datarsi al 1312, anno della scoperta dell’Isola di Lanzarote e dell’Arcipelago delle Canarie quando il navigatore varazzino Malocello oltrepassò per primo, facendone crollare il mito dell’invalicabilità, le Colonne d’Ercole oltre le quali, secondo le credenze dell’epoca, nessuno sarebbe potuto andare se non a prezzo della propria vita, aprendo la via dell’Oceano alle successive navigazioni ad opera di altri coraggiosi esploratori fino ad arrivare ai Colombo, Vespucci e Pigafetta.
Chi l’afferma con convinta determinazione, tanto che ha fatto anche appello al Ministero dell’Istruzione affinché vengano integrati i programmi scolastici con l’introduzione di un capitolo che racconti un pezzo di storia medievale incredibilmente ignorato, è Alfonso Licata un avvocato cassazionista romano di 56 anni che nel 1999 molto casualmente scelse di passare una settimana in vacanza con la sua famiglia a Puerto del Carmen, nell’isola di Lanzarote. L’anno seguente le settimane divennero 2 e poi decide di acquistare un appartamento, ove tuttora trascorre le vacanze. Ogni volta che parlava con la gente del posto era accostato, come italiano, a Lanzarotto Malocello.
|
Logo internazionale |
Ovviamente Licata, non sapendo chi fosse, si meravigliava, e se ne rese conto soltanto leggendo le guide turistiche. Malocello era il navigatore ligure che nel 1312 ha scoperto, dandogli il nome, l’isola di Lanzarote e le Canarie. Una scoperta che da quel momento ha condizionato la sua vita, tanto da creare l’
Associazione Italiani Amici di Lanzarote per promuovere la cultura italiana nelle Canarie organizzando in collaborazione con le istituzioni locali mostre di opere d’arte italiane, commemorazione di eventi come il centenario della nascita di Salvador Dalì e di Giorgio De Chirico, donazioni di libri in lingua italiana alle biblioteche locali. Infine per ricordare al mondo intero l’impresa straordinaria di Lanzarotto Malocello – considerata dagli studiosi, a pieno titolo, di valore equivalente al viaggio di Marco Polo, al raggiungimento delle Indie di Vasco de Gama e alla scoperta dell’America di Cristoforo Colombo – all’inizio del 2010 a Lanzarote promuove il “Comitato Promotore per le celebrazioni del settimo centenario della scoperta dell’Isola di Lanzarote e delle Isole Canarie da parte del navigatore italiano Lanzarotto Malocello (1312-2012)”.
A sn Alfonso Licata con la moglie Sabrina Di Sepio, magistratoAl Comitato italiano hanno aderito le rappresentanze diplomatiche e consolari di oltre 25 paesi del mondo, oltre a associazioni culturali ed imprese delle Isole Canarie. Il VII centenario viene celebrato con iniziative che vedono impegnati studiosi italiani e spagnoli in una difficile opera divulgativa, al fine di colmare una lacuna storica.
I due anelli legati tra loro nel logo internazionale che contraddistingue ogni manifestazione celebrativa organizzata dai comitati italiano e spagnolo, rappresentano il legame storico esistente tra i due paesi, Italia e Spagna. Il sette di colore nero contrapposto al sette di colore rosso formano insieme la sagoma di una torre che vuole richiamare la vecchia torre o castello costruito a Lanzarote da Lanzarotto Malocello durante la sua permanenza durata vent’anni sull’isola.
|
Planisfero di Angelino Dulcert, 1339 |
Ma la cosa più importante è che inizia ad approfondire il personaggio Malocello, a raccogliere materiale negli archivi italiani e delle Canarie e infine scrivere nel 2012 il libro che presentiamo: “Lanzarotto Malocello, dall’Italia alle Canarie” con le prefazioni di Franco Cardini (Ordinario di Storia Medievale all’Università di Firenze) e di Francesco Surdich (Ordinario di Storia delle Scoperte Geografiche all’Università di Genova). Il libro è stato editato dalla Commissione Italiana di Storia Militare del Ministero della Difesa in occasione delle celebrazioni del settimo centenario della scoperta delle Canarie. Ha la particolarità di non essere in vendita e quindi non è distribuito nelle librerie. La
nostra libreria ne ha un certo numero di copie a disposizione, ovviamente a titolo gratuito, di chi vuole appassionarsi, come noi, a questa “storia”.
|
Una veduta di Lanzarote |
Il libro nasce, come scrive Licata nella introduzione, “dalla volontà di rimediare in fretta ad una inaccettabile ed ingiusta sottovalutazione culturale, e di contribuire a collocare Malocello come pioniere tra i grandissimi navigatori e la sua epica impresa nel posto che di diritto le appartiene, cioè tra i maggiori avvenimenti geografici di tutti i tempi.” Infatti, come sottolinea Surdich nella sua prefazione, fu imparando ad andare dalla Spagna alle Canarie, ma soprattutto a ritornare lottando contro una corrente costantemente contraria, che i marinai affinarono gradualmente le capacità che avrebbero poi permesso di veleggiare alla volta dell’America, delle Indie orientali e attorno al mondo. Fu Colombo che con il suo primo viaggio individuò la rotta passante per le Canarie ancora oggi considerata ottimale per raggiungere a vela il continente americano ma anche per ritornare poi in Europa.
L’origine del cognome Malocello risale al latino Malus Augellum perché sempre secondo alcune fonti sugli scudi di alcuni guerrieri vichinghi che calarono in Italia, veniva rappresentato un orrendo gufo per impaurire gli avversari.
|
Lanzarote dal satellite |
Lanzarotto invece, un nome così strano però quasi ovvio, evoca la “lanza" usata nei tornei cavallereschi, none genovese di Lancelot, il nome del cavaliere della Tavola Rotonda di Re Artù, faceva parte di quella generazione di marinai genovesi che si erano dedicati, grazie a strumenti di bordo d’avanguardia, alle grandi esplorazioni. Si viaggiava non solo per puro spirito d’avventura, ma per la necessità di scoprire nuove rotte commerciali. La fama di scopritore di quell’isola che prenderà il suo nome si afferma nel 1339 con la prima carta nautica, quella di Angelino Dulcert, che riporta le Canarie. Già nel 1291 due fratelli, anch’essi liguri, Ugolino e Vadino Vivaldi, tentarono l’impresa con due galee e circa 300 uomini di equipaggio. Però, le navi Allegranza e Sant’Antonio scomparvero e non si ebbe più alcuna notizia di loro. Circolò, allora, un resoconto leggendario, secondo il quale una delle imbarcazioni era riuscita a compiere la circumnavigazione naufragando non lontano dalle coste dell’attuale Somalia. Il viaggio oltre le Colonne d’Ercole di Lanzarotto certamente aveva un intento commerciale, ma rappresentava anche un tentativo di trovare informazioni sulla missione dei fratelli Vivaldi. Ancora oggi sono in molti a chiedersi se fossero stati davvero i due Vivaldi i pionieri della circumnavigazione dell’Africa. La maggior parte degli storici assegna la primogenitura al portoghese Vasco da Gama che, nel XV secolo, riuscì nell’impresa di aprire di fatto la strada della «via orientale alle Indie».
Di Lanzarotto Malocello si sa poco dal punto di vista biografico, non si conoscono le sue sembianze, non si ha una sua “fotografia” ovvero un ritratto. Che sia un personaggio realmente esistito lo dimostrano alcuni atti conservati negli archivi notarili di Genova e risalenti al 1330, al 1384 e al 1391. Da quest’ultimo documento, redatto dopo la sua morte, risulta che il navigatore era sposato con una certa Eliana Fieschi, appartenente a una delle famiglie più potenti della città. Sul suo nome calò per secoli una sorta d’oblio, interrotto soltanto nel 1942 quando a un cacciatorpediniere della Regia Marina Italiana fu dato il nome Lanzarotto Malocello, di cui si è molto parlato per aver tenuto testa a cinque navi da guerra inglesi nel corso della battaglia di Pantelleria.
E ora, grazie all’infaticabile opera dell’avvocato Alfonso Licata è ricordato in decine di manifestazioni che si possono seguire sul sito
www.comitatomalocello.it