Le navi da crociera sono giovani, hanno meno di due secoli!

Scritto da Il Mare
15 dicembre 2012
Il piroscafo Princessin Victoria Luise
Ricordando l’appuntamento del prossimo martedì e in attesa di saperne di più sulle navi da crociera e della loro storia, ve ne diamo alcune anticipazioni.
È una storia relativamente recente, nata nel secolo scorso nella prima metà dell’Ottocento. Il fenomeno delle crociere infatti fu lanciato nel 1844 in Inghilterra organizzate da una compagnia che esiste ancora la P&O, Peninsular Oriental Steam Navigation. Nell’occasione invitarono a bordo un giornalista che fece il primo reportage di crociera.

Ma la prima crociera turistica al mondo di cui si ha notizia è del 1833 quando si utilizzò il piroscafo di linea Francesco I battente bandiera del Regno delle Due Sicilie che copriva la tratta Palermo, Civitavecchia, Livorno, Genova, Marsiglia. Costruito nei cantieri navali di Castellammare di Stabia nel 1831, il piroscafo aveva una velocità eccezionale rispetto alle navi dell’epoca grazie ai suoi motori da 120 cavalli. La crociera fu preceduta da una campagna pubblicitaria incredibile per quei tempi, sulla nave si imbarcarono nobili e principi reali di mezza Europa. In poco più di tre mesi la nave passando per la Sicilia, Malta e la Grecia arrivò a Costantinopoli, tra lo stupore del sultano che la ammirava lo spettacolo da una terrazza del suo palazzo, per poi fare ritorno a Napoli con diversi scali intermedi. “Il Francesco I, si scrisse, è il più grande e il più bello di quanti piroscafi siansi veduti fin d’ora nel Mediterraneo!”
Ma due sono i personaggi chiave che hanno lanciato il fenomeno delle crociere organizzate in maniera regolare e continua; il primo fu Thomas Cook, antesignano dei Tour Operator che inaugurò anche le crociere sul Nilo. Il secondo fu Albert Ballin con la sua compagnia di navigazione Hapag Loyd è stato il primo a realizzare in Germania navi esclusivamente per crociere. Mentre i suoi concorrenti erano ossessionati dalla velocità nelle traversate atlantiche, la sua fu una visione rivoluzionaria, un viaggio per mare doveva dare piacere e non trasformarsi in una prova di endurance. Così costruì navi di gran lusso per attrarre i più ricchi trasformando il viaggio in mare in crociera. Inaugurò la stagione del piacere di andare per mare il 22 gennaio 1891 nel Mediterraneo con il lussuoso piroscafo Augusta Victoria, cabine tutte di prima classe per 241 passeggeri. Un viaggio di grande successo durato 57 giorni (e undici ore e tre minuti, per i più pignoli) comprese le escursioni a terra, partito da Southampton passò lo Stretto di Gibilterra per praticamente circumnavigare il Mediterraneo.
 Ispirandosi ai grand yacht dei monarchi dell’epoca il 29 giugno 1900 varò la Princessin Victoria Luise in onore della figlia del Kaiser Guglielmo II, terzo e ultimo imperatore della Germania e ultimo re di Prussia. È stata la prima nave da crociera costruita per la Hamburg America Line, lunga poco più di cento metri subito definita un hotel di lusso, aveva la base New York organizzando crociere per i Caraibi fino al 16 dicembre 1906. Quella notte la nave tentò di entrare nel porto di Kingston ma in seguito il suo comandante  decise di ancorare a Port Royal ma non riconobbe il faro e alla velocità di 14 nodi finì sugli scogli (la storia si ripete, qualcosa di simile centosei anni dopo è successa alla nostra Concordia). Vano il tentativo di spostare la nave con un’indietro tutta, passeggeri ed equipaggio si misero tutti in salvo mentre il comandante si chiuse nella sua cabina e, per il disonore, si sparò un colpo alla tempia. Inutili tutti tentativi di salvare la Princessin Victoria Luise, fu dichiarata una perdita totale tre giorni dopo, il 19 dicembre.
Ma la storia continua… Nel primo decennio del secolo erano soprattutto le compagnie inglesi e tedesche a dominare il mercato mentre negli Stati Uniti nasceva il fenomeno delle crociere con i grandi battelli a ruote, palazzi naviganti, sui fiumi americani specie sull’Hudson e sul Mississipi. Chi lanciò la moda tipo vacanza sui fiumi con dei memorabili resoconti, fu Mark Twain. Con lo scoppio della prima guerra mondiale naturalmente si fermò tutto e negli anni 20 ci furono tre episodi determinanti per la ripresa. Il primo quando gli US proibirono l’immigrazione, così la maggior parte delle navi usate per il trasporto degli emigranti verso l’America furono subito adattate e trasformate in navi da crociera.
Il secondo poi fu determinato dalla  famosa grande crisi economica del 1929 perché le navi di linea soprattutto nelle classi più importanti non avevano più i ricchi clienti, allora per non fermarle, alternavano una corsa di linea con una crociera. In questo modo si tennero in esercizio le navi e a crisi, senza volere, salvò le compagnie di navigazione. Il terzo fattore, ancora più determinante, fu il proibizionismo dell’alcol negli US che fa nascere il curioso fenomeno delle crociere brevi. Le cosiddette Boots Cruise partivano da New York e appena fuori dalle acque territoriali aprivano i bar e si ubriacavano tutti! Una scusa per eludere il proibizionismo e bere alcol. La nave da crociera intesa in chiave più popolare è dovuta invece a Hitler che nel 1935 fece costruire delle navi solo per crociere, molto spartane con cabine a classe unica, ma disposte come le navi di oggi con molti spazi sociali, che erano a disposizione dei sindacati del partito nazista, per prezzi bassissimi portavano gli operai in crociera.
La nave da crociera Wilhelm Gustloff
Una di queste la famosissima la Wilhelm Gustloff durante la guerra fu usata come nave ospedale, poi quando cominciò la ritirata e il crollo dell’esercito raccoglieva e trasportava i soldati in ritirata e i profughi dalla Russia. Il suo ultimo viaggio fu il più drammatico che la storia ricordi.
I fasti delle crociere in tempo di pace erano ormai lontani: concepita per accogliere duemila passeggeri provvisti di tutte le comodità, la Gustloff  30 gennaio del 1945 aveva a bordo poco meno di undicimila persone, perlopiù donne, bambini e anziani, stipati come in un carro bestiame e per la maggior parte terrorizzati. Prese il largo dal porto nei pressi di Danzica, ma un sottomarino russo che l’aspettava al varco lanciò uno dopo l’altro tre siluri e in meno di un’ora la nave colò a picco nel mar Baltico con la quasi totalità dei suoi passeggeri. Non si hanno notizie precise sul numero dei superstiti, sicuramente poche centinaia, ne su quanti fossero con esattezza i passeggeri. Le stime più attendibili parlano di novemilatrecentoquarantatre vittime, altre dicono settemilasettecento comunque l’affondamento della Wilhelm Gustloff è così considerato il peggior disastro navale della storia. Mentre il dramma del Titanic, che tutti conosciamo in ogni dettaglio, è poca cosa al confronto, di questa tragedia curiosamente sappiamo poco o nulla, non se ne parla mai, tranne il giornalista tedesco Guido Knopp, che ha scritto il saggio Tedeschi in fuga (Milano, Corbaccio 2004).  è poca cosa al confronto A chi danno fastidio i morti annegati della Gustloff?  Forse perché è buona cosa non parlare dei crimini di guerra commessi da URSS, USA e Gran Bretagna?
Ma torniamo alla storia… che in Italia si identifica con quella della compagnia di navigazione Costa Crociere, narrata da Erika Dellacasa nel libro I costa, storia di una famiglia e di una impresa. Le navi da crociera, sempre però alternandosi a quelle di linea, iniziano ad apparire negli anni trenta. La prima costruita solo esclusivamente per crociere fu la Franca C che nel 1959 fu trasformata nella prima nave da crociera al mondo con sistemazioni di una sola classe, dotata di impianti di aria condizionata e il numero di passeggeri fu ridotto a 552. Andò in disarmo nel 1977. Altra la storia della Bianca C, in origine una nave francese varata nel 1944 prima ancora che terminassero gli allestimenti fu silurata dai tedeschi, finita la guerra fu riparata e trasformata in nave da crociera fino a che nel 1959 passò ai Costa.
Nel 19661 era ancorata al largo di Grenada, nei Caraibi quando ci fu un’esplosione nella sala macchine con solo 3 vittime tra i membri dell’equipaggio e con il conseguente incendio che non fu possibile domare la Bianca C affondò rapidamente a 50 m di profondità a circa un miglio dalla spiaggia. Oggi il relitto è meta dei subacquei e una statua in bronzo raffigurante il Cristo degli abissi sulla banchina del porto ricorda quell’evento.

Cose del mare, di Vincenzo Zaccagnino.
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