Un nome poco usuale per una
barca. La parola è un’espressione popolare toscana probabilmente di origine onomatopeica. Si usa con valore avverbiale ma con il tono di una esclamazione e vuol dire: circa, pressappoco, in un modo o nell’altro, poco male. Una frase che qualche volta usano i toscani suona così “avrà cinquantotto o sessant’anni, tarabaralla!” Il nome della barca è indicativo anche dell’originalità dell’autore. Salvatore Mantaci, palermitano di origine, matematico e informatico, dalla Sicilia, si è trasferito a Milano quando aveva 27 anni. La mancanza del mare sotto casa è stata dura per lui. Dopo tante sofferenze per la mancanza del mare sotto casa, compra una barca dal nome Tarabaralla per realizzare un sogno e per fuggire da Milano. Si traferirà per mesi in barca durante i week end, coinvolgendo moglie e figlio. Il sogno man mano prende forma: la traversata dell’Atlantico in solitaria, dopo aver letto i libri dei grandi navigatori a vela, diventa realtà. Salvatore a 45 anni ha avuto coraggio e determinazione e con il consenso della moglie Caterina e del giovane figlio Federico, ha lasciato il suo ottimo lavoro, ben retribuito a Milano per avventurarsi con Tarabaralla nella traversata oceanica. Il sogno diventa realtà. Ci racconta i preparativi, Salvatore. Lo fa coinvolgendo il lettore che fa gioire con lui emozionandolo in ogni pagina, che scorre velocemente,
nella narrazione avvincente vivendo insieme a lui gli incontri con i delfini e il ritrovarsi in mezzo al
mare sotto il sole e la luna con le stelle. Sembrerebbe di arrivare alla fine del viaggio in mare, tranquillamente, ma in una terribile notte, il sogno si infrange e a causa di una rottura imprevista di un pezzo d’acciaio, è costretto a chiedere aiuto e ad affondare la sua barca Tarabaralla, non più governabile. Un’esperienza così potrebbe far decidere chi l’ha subita, di chiudere con il mare e i suoi pericoli. Ma Salvatore Mantaci è un uomo molto tenace e determinato. Tornato a Milano, con l’aiuto della moglie, cerca un lavoro di insegnante. Si trova a suo agio con i ragazzi moderni e ci fa vivere con lui l’esperienza dell’insegnamento, facendoci scoprire, al di la dei luoghi comuni degli “anziani”, quanto i giovani abbiamo bisogno di chi li capisca e li consideri delle persone . Con loro, questo bravissimo autore, ha uno scambio culturale di alto livello. Però l’amore per il mare non lo ha abbandonato, anzi è più forte di prima. Insieme alla famiglia sceglie e compra un’altra barca a vela che chiama Calypso, come la ninfa del mare che fece innamorare Odisseo. Con lei riprende a navigare a sognare. Un libro da leggere che la Libreria Internazionale il Mare ha presentato, poco tempo fa, proprio per la sua particolarità.
Giulia D’Angelohttps://www.ilmare.com/search.php?a=1&q=&qa=Mantaci+Salvatore&qt=3