Il gruppo di ricerca
Oceanus Onlus nella sua pagina
fb ha lanciato con vigore la notizia dello sversamento nel mare di Porto Torres di 10mila litri di olio allegando un servizio fotografico di
Paola AnarKiss (Paola Rizzu) molto eloquente e che noi riprendiamo.
L’incidente è avvenuto martedì 11 Gennaio 2011, quando una nave cisterna, l’Esmeralda, impegnata a scaricare carburante nei depositi di E.On. dello scalo industriale di Porto Torres, ha perso parte del carico che si è riversato in mare.
Si parla di guasto tecnico la stima fatta ieri dalla società E.On è di 10mila litri di olio, ma si ipotizza che siano almeno 30mila i litri di sostanze tossiche sversate in mare. Eppure la società E.On dovrebbe sapere quanto è stato sversato in mare, basta vedere quanto è rimasto nella petroliera e fare una semplice sottrazione!
Intanto le correnti della notte hanno spinto l’olio verso la vicina spiaggia di Platamona, un fronte di oltre 30 chilometri verso est, fino a Marritza e a Punta Tramontana, dove si è spostata l'ondata nera, e dire che questo sito è giudicato di rilevanza comunitaria e sede di un’oasi lagunare del WWF nonchè una località balneare apprezzatissima dai turisti di tutto il mondo nel periodo estivo.
Non ci resta che leggere un inutile comunicato che recita «imprevedibile guasto meccanico nella linea di drenaggio del collettore manichette posizionato all’interno della banchina» eppure l'esperienza disastrosa della piattaforma Deepwater Horizon lo scorso aprile nel golfo del Messico di proprietà della Bp avrebbe dovuto insegnarci qualcosa e invece il pensiero va subito al piano dell’Eni, che vorrebbe impiantare a Porto Torres il più grande deposito costiero di idrocarburi del Mediterraneo. Un progetto che è passato sotto silenzio e che regalerebbe alla costa sarda un enorme traffico di navi cisterna nel golfo dell’Asinara, proprio di fronte al parco naturale.
Lo sversamento di questi giorni potrebbe essere solo la prima goccia di una grande marea nera made in Italy.