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Nemi 1935, recupero della prima nave |
Giancarlo Pavia, il nostro “geometra scrittore”, nel racconto che segue spiega da cosa è nato, settantaquattro anni, fa il suo “grande odio per le distruzioni dei reperti archeologici” che lo spinge in ogni occasione a scrivere sull’argomento. Aveva otto anni quando la sera del 31 maggio del 1944, i nazisti incendiarono il museo delle navi di Nemi “mandando in cenere un’eredità culturale romana custodita dalle acque del lago per quasi due millenni.” Il museo che custodiva le due enormi navi era stato inaugurato solo il 21 aprile del 1940. La testimonianza di Giancarlo è veramente coinvolgente. All’epoca mio padre aveva fatto trasferire il nostro nucleo familiare in una villetta ai margini di Nemi, per tenerci lontano da Roma e dalle preoccupanti persecuzioni verso gli ebrei;
purtroppo il mio cognome ci aveva già procurato notevoli fastidi, pur non professando la religione ebraica, eravamo scambiati per appartenenti alla loro fede.
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Ipotesi riscostruttiva delle navi |
Quindi si pensi alla nostra meraviglia quando la notte del 31 marzo vedemmo l’incendio dei padiglioni del museo e, naturalmente, frenando per prudenza la nostra curiosità ed impazienza, il mattino del 4 giugno, quando costatammo che le rovine non emanavano più fumo intenso, ci recammo sulle sponde del lago per vedere cosa era accaduto. Lo scenario era impressionante: mura bruciate, fumo ancora presente, i cristalli delle alte finestrature del museo liquefatte, fuse e sparse sul pavimento; le navi ridotte a un cumulo ancora fumoso di legna arsa, il rivestimento di lamine di piombo fuso con rivoli di metallo solidificato sparsi sul pavimento, i chiodi del fasciame anneriti e presenti sul pavimento: uno sfacelo! Mi misi a piangere, già all’epoca (avevo 8 anni) non ressi innanzi a
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Fiumicino, Museo delle Navi |
quella distruzione. La mia reazione derivava anche da una consuetudine quotidiana acquisita; difatti ci recavamo solitamente a pesca al lago e a rivedere le meravigliose, uniche, particolari navi di Caligola. Da allora mi è rimasto nell’animo questo grande odio per le distruzioni dei reperti archeologici, talché, ancora oggi, a 82 anni, quando ne scrivo, sento ancora inalterato l’antico ma omnipresente dolore infantile che mi spinge, in ogni occasione, a scrivere sull’argomento al fine di rammentare a chi legge che non esiste azione umana più vile della distruzione delle antiche civiltà e dei loro reperti. Per me è una “religione”. E scusate se non “ammiro” i volenterosi modelli in scala presenti attualmente nel Museo, troppo riduttivi per riprodurre la maestosità, la grandezza reale e storica degli originali; peraltro curiosamente replicati a Fiumicino, nelle vicinanze dell’aereoporto, in un altro “Museo delle Navi di Nemi”! In trasferta?
Giancarlo PaviaPer conoscere tutti gli studi fatti sulle Navi compresi i piani di costruzioni l’unico libro ora disponibile nella nostra libreria è Navi di Nemi di Guido Uccelli. Ingegnere pioniere nell’uso della tecnologia applicata all’archeologia tra il 1925 e il 1930, diresse il grandioso progetto di recupero delle navi nel Lago di Nemi, abbassando il livello delle acque. Nel volume sono contenute immagini inedite scattate da Guido Ucelli