Oltre il fiume Oceano, uomini e navi romane alla conquista della Britannia – opera dell’ammiraglio di squadra Cristiano Bettini – è straordinariamente documentata e colma un vuoto nella letteratura accademia non solo italiana. Un “tomo” di cinquecento pagine che descrive la reale difficoltà di quell’impresa, collocabile sia nel campo della storia militare che in quella degli studi strategici. È molto ben scritto anche perché Bettini nella sua vita professionale in Marina, ha vissuto alcuni anni in Inghilterra frequentando i grandi storici di quella tradizione culturale.
La conquista della Britannia – l’attraversamento della Manica con decine di migliaia di uomini, animali e armi – non fu solo un’impresa militare, logistica e tecnologica, ma anche culturale. L’Oceano nella visione geografica e religiosa romana era prima di tutto un grande fiume che circondava le terre emerse e aveva una sua personalità divina: rappresentava un confine naturale tra il mondo dei vivi e quello dei morti, l’Ade. Violare quel mare, come fecero i legionari di Cesare significava violare un tabù che poteva comportare una punizione soprannaturale, che poteva demolire il coraggio, prima ancora di iniziare l’impresa.
Il libro ricostruisce le tre spedizioni in Britannia: quella di Giulio Cesare nel 55 a.C. descritta nel De bello Gallico, quella dell’Imperatore Claudio nel 43 d.C. e quella di Costanzo Cloro nel 296 d.C.
La ciclopicità di queste imprese sancisce la trasformazione della natura terrestre romana in potenza navale e della straordinaria capacità della repubblica costruita intorno al suo esercito di affrontare sfide complesse. L’organizzazione che i romani misero in campo per realizzare spedizioni “oltre il Fiume Oceano” testimoniano il progresso nella logistica integrata, capace di pianificare e assicurare i rifornimenti per le guarnigioni e l’esercito in manovra.
Il libro riesce a dare una visione completa di questa impresa, quando già con la seconda spedizione di Cesare, si consolida un modello operativo expeditionary di impronta moderna, in grado di dare forza e stabilità in tutte le Provincie romane.
Le spedizioni di Cesare, Claudio e Costanzo Cloro, che occupano oltre tre secoli in momenti diversi della storia romana, hanno visto nella Classis Britannica uno strumento evoluto ampiamente descritto nel testo, in grado di raccogliere la sfida e capace di sollecitare l’immaginazione, suscitando la nostra ammirazione, come quella dei Paesi che si affacciano sui mari del Nord, nei quali la civiltà romana ha lasciato la sua traccia e la sua eredità millenaria.
A sn. Sbarco di materiali da unità di trasporto affiancate da navi militari; si noti la presenza di cavalli su una di queste, a sinistra e al centro delle biremi (ColonnaTraiana)Bettini ha anche dedicato nella seconda parte del libro alla descrizione delle caratteristiche e delle prestazioni delle navi romane, degli armamenti di bordo, nonché delle modificazioni venute dalla contaminazione con le costruzioni nordiche, con particolare attenzione agli aspetti velici. La conoscenza piena delle tre spedizioni che hanno caratterizzato la conquista della Britannia è ancora per molti aspetti controversa, e l’autore per arrivarci ha utilizzato sei vie: le fonti storiografiche; l’archeologia, con i suoi risultati e le sue evidenze attuali; le fonti letterarie, l’interpretazione dei testi originali, cioè quella parte della filologia classica che aiuta a ottenere una più attendibile prefigurazione dei problemi e degli eventi storici; le tradizioni e ricostruzioni navali; la numismatica, che tratta materia archeologica e storia, ma con una sua elevata autonomia e specializzazione; le fonti epigrafiche.
A ds. Sbarco di merci, si noti sulla sinistra la forma del confezionamento del carico in “pallets” omogei per facilitare l’immagazzinamento (Colonna Traiana)La piena riuscita è data dalla scansione dei sette capitoli che compongono il libro: nel primo descrive la Marina e la flotta romana a cavallo dei due millenni. Nel secondo confronta la storia e il mito del fiume Oceano con il Canale della Manica. Il terzo tratta del sostegno logistico oltremare, dalle esigenze logistiche e nutrizionali di uomini e animali alla costruzione di strade e ponti, dalla sanità a bordo e in campo alla organizzazione logistica navale: Nel quarto sono descritte la prime due spedizioni di Cesare, nel quinto quella dell’Imperatore Claudio e quella di Costanzo Cloro nel sesto. Nel settimo infine tratta dell’architettura e della costruzione delle navi: dalla robustezza alla velocità, dalle esigenze delle navi a remi agli armamenti di bordo.